Borsa. A metà seduta l’Europa corre con il Recovery Fund. Milano (+2,2%) al top da quattro mesi

Piazza Affari

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Milano, 21 luglio – Alla soglia di metà giornata le Borse europee confermano i guadagni delle ore precedenti, con banche (+3,2% l’Euro Stoxx 600), auto (+2,5%) ed energia (+1,5%) in prima fila. A spingere i listini (Milano +2,22%, ai massimi da inizio marzo, Parigi +1,37%, Francoforte +1,93%, che azzera le perdite del 2020, Madrid +1,9% e Londra +0,5%) e’ innanzi tutto l’intesa trovata dai Paesi dell’Ue sul Recovery Fund da 750 miliardi di euro (390 miliardi di sussidi e 360 di prestiti), di cui l’Italia è tra i principali beneficiari (riceverà 209 miliardi circa). Ulteriore sostegno viene dal fronte sanitario: sebbene nelle Americhe i contagi da coronavirus siano in continuo aumento (quasi 4 milioni i casi confermati solo negli Stati Uniti), ci sono notizie positive sui vaccini, visto che la rivista scientifica The Lancet ha parlato di “forte risposta immunitaria” per due diversi candidati vaccini, quello su cui lavora la Oxford University con il gruppo farmaceutico AstraZeneca e quello di un gruppo di ricercatori cinesi finanziato da CanSino Biologics. Per quanto riguarda i titoli, a Piazza Affari corrono soprattutto le banche, sostenute dal calo dello spread a 154 punti (dai 155 di ieri) e soprattutto dalla riapertura del risiko nel settore, innescato dalla svolta nell’operazione tra Intesa Sanpaolo (+3,5%) e Ubi Banca (+2,1%). Protagonisti gli istituti che potrebbero essere coinvolte in nuove aggregazioni, a partire da Banco Bpm (+5,4%), Unicredit (+5,8%) e, fuori dal Ftse Mib, Mps (+9,4%). A passo rapido anche Cnh Industrial (+2,8%), Pirelli (+4,4%) e Moncler (+3,68%), in attesa del Cda del 27 luglio per l’approvazione della relazione finanziaria semestrale al 30 giugno. Pochi i titoli in calo, con Recordati (-0,21%), Diasorin (-1,05%) e Buzzi (-0,28%) in coda al listino principale. Prendono la via del rialzo i prezzi del greggio, che in luglio hanno mostrato una bassa volatilità: il Brent settembre sale del 2,89% a 44,53 dollari al barile mentre il Wti pari scadenza avanza del 2,8% a 42,07 dollari. L’euro, che in avvio si era portato ai massimi dal 9 marzo, rallenta il passo e passa di mano a 1,1438 dollari (1,147 in apertura e 1,1448 ieri) e vale 122,718 yen (122,817 yen all’avvio e 122,63 ieri). Il cambio dollaro/yen è a 107,28. Acquisti sui metalli preziosi: l’oro è ai massimi da settembre 2011 a 1.821,10 dollari l’oncia, premiato anche l’argento, salito oltre i 20 dollari l’oncia e al top dal 2016.

 

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