Hedge Invest Sgr. Non tutto il male viene per nuocere: spiragli per l’Italia nel post-crisi

Il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella

Il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella

L’esplosione del debito legata alle operazioni di supporto all’economia implementate dall’Italia, così come da tanti altri Paesi, sommandosi alla riduzione del Pil provocata dal lockdown, ha avuto un impatto molto negativo sulle finanze italiane. Il fattore determinante per la sostenibilità futura del debito italiano sarà quindi la traiettoria della crescita da qui in avanti. Un aspetto che ci sembra interessante è che la crisi, pur avendo colpito molto duramente l’Italia, con conseguenze drammatiche sia dal punto di vista economico che in termini di vite umane, ha anche accelerato numerosi processi positivi, con effetti potenzialmente favorevoli nel lungo termine.

Innanzitutto, la pandemia e le misure di lockdown hanno generato una ‘digitalizzazione forzata’ in moltissimi ambiti, riducendo di molto il gap tecnologico tra le nuove generazioni e quelle più anziane. Questo aspetto è molto rilevante, perché ha favorito l’uso più diffuso di diversi strumenti tecnologici con un impatto significativo sulla produttività anche nel nostro Paese, che da questo punto di vista era piuttosto in ritardo rispetto ad altri. A nostro avviso, molte delle inefficienze burocratiche che hanno frenato l’Italia per anni sarebbero risolvibili o per lo meno ottimizzabili grazie all’utilizzo della tecnologia. Ciò in parte si sta concretizzando: basta pensare all’impatto di strumenti come la fattura elettronica, la firma digitale o i pagamenti elettronici. In questo senso, il Paese ha sicuramente beneficiato di questa digitalizzazione forzata, con effetti positivi che si vedranno soprattutto su un orizzonte temporale più lungo.

Un secondo elemento che può andare a favore del nostro Paese è quello legato all’accelerazione nella diffusione del telelavoro. Moltissime aziende in questi mesi hanno sperimentato come certe mansioni per le quali era considerato necessario recarsi in ufficio, possono tranquillamente essere svolte da casa: tutto ciò che serve è una connessione internet sicura e veloce. Da qui in avanti quindi potremmo assistere a un processo di riorganizzazione geografica di molte attività, e in questo scenario l’Italia, con la sua bellezza e qualità della vita, potrebbe trovarsi avvantaggiata come destinazione per i ricollocamenti. In effetti, questa potrebbe essere un’opportunità per rivitalizzare molte aree nel Mezzogiorno, che finora erano state sfavorite dall’urbanizzazione e dall’accentramento delle attività economiche. Inoltre, la vicenda di Brexit, sommata alla diffusione del telelavoro, potrebbe far ‘rimpatriare’ in un centro finanziario come Milano alcune delle realtà che si erano trasferite a Londra negli anni passati.

È interessante sottolineare che la digitalizzazione sta creando ulteriori opportunità in uno dei settori per noi in assoluto più interessanti al momento: quello delle telecomunicazioni. In Italia, in particolare, i recenti avvenimenti hanno riportato l’attenzione sul tema della fibra ottica, un’infrastruttura cruciale per garantire il funzionamento dell’economia in un contesto di spostamenti limitati e crescente diffusione del lavoro da casa. Ad esempio, secondo noi verrà sicuramente portato avanti il progetto di consolidamento di Telecom e Open Fiber, con effetti positivi per il Paese nel lungo termine. Telecom Italia rimane una delle società italiane più interessanti, sia dal lato azionario che obbligazionario.

Inoltre, potremmo assistere a un’inversione nella tendenza che negli ultimi anni ha visto le società telecom estremamente sfavorite dalle normative europee sulla concorrenza, che hanno imposto la presenza di un certo numero operatori in ciascun Paese – al contrario per esempio degli USA, dove vi sono 3-4 operatori principali sull’intero territorio. In effetti, un elemento dell’intesa raggiunta tra Angela Merkel ed Emmanuel Macron sul Recovery Fund riguarda proprio la deregolamentazione degli assetti societari in questo settore, un fattore che rafforza ulteriormente le prospettive del comparto.

Un ultimo aspetto positivo per l’Italia sono i progressi realizzati in questi mesi verso una maggiore solidarietà all’interno dell’Europa. Ciò ha dimostrato la capacità dell’UE di farsi avanti nei momenti di reale crisi, adottando le misure necessarie nonostante le discussioni e i tentennamenti. A nostro avviso, le differenze tra MES e Recovery Fund non sono eccessivamente significative. Quello che è importante è che si sia visto un passo avanti nell’atteggiamento complessivo dell’Europa riguardo al mutuo supporto tra Paesi in questa situazione.

Per concludere, nonostante il costo terribile della pandemia, vi sono diversi spiragli che fanno intravedere prospettive interessanti per l’Italia e le società italiane. Tra le opportunità più attraenti al momento, oltre al settore telecom, spicca l’industria energetica, spinta dal processo di riconversione verso le fonti rinnovabili. Per quanto riguarda le infrastrutture ‘tradizionali’, stiamo seguendo da vicino il dossier Atlantia-Aspi: crediamo che il credito di Autostrade beneficerà della ricapitalizzazione con la partecipazione di CDP e, una volta quotata, anche le azioni saranno molto interessanti. Vi sono inoltre numerosi spunti da tenere d’occhio in ambito stressed-distressed, come Moby e CMC Ravenna, e sul mercato M&A.

Nel complesso, il rischio maggiore che grava sui mercati globali a nostro avviso non è la pandemia, ma le crescenti tensioni tra USA e Cina. Infatti, restiamo fiduciosi che sarà possibile sconfiggere il coronavirus nel medio-lungo periodo: solitamente infatti l’umanità dà il meglio di sé nello sforzo per risolvere questo tipo di problematica, a differenza di quanto avviene invece per altre questioni di natura sociale o geopolitica, molto più difficili da affrontare. Il conflitto USA-Cina invece è strutturale e difficilmente risolvibile, e con l’avvicinarsi delle elezioni statunitensi potrebbe riservare brutte sorprese per i mercati.

Filippo Lanza, gestore del fondo HI Numen Credit Fund, Hedge Invest Sgr

 

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