Kames Capital. Mercato pronto a premiare chi stacca il dividendo. Commento di Vincent McEntegart

mercati-finanziari-spreadNell’era post-Covid, gli investitori dovranno pagare un premio per le società che offrono un buon dividendo. La quasi completa chiusura di molte tra le maggiori economie mondiali ha di fatto portato molte aziende quotate ad annullare o a tagliare pesantemente il proprio dividendo. Nel Regno Unito, alcune di queste sono Marks & Spencer, ITV e Royal Dutch Shell, che lo scorso aprile ha ridotto il dividendo per la prima volta dalla seconda guerra mondiale. 

Quello che è successo durante il lockdown non ha precedenti e i suoi effetti sono stati ampi. I consigli di amministrazione si sono concentrati sulla preservazione del capitale e hanno sacrificato la distribuzione del dividendo, nonostante il mercato del debito presenti tassi di interesse molto interessanti per le imprese che decidono di attingervi.

Presto gli investitori alla ricerca di reddito dovranno pagare un prezzo più alto per le società con un dividendo sostenibile. Crediamo che la domanda per questi titoli sarà più solida che mai, soprattutto con i tassi di interessi proiettati a mantenere questi livelli a lungo e con i rendimenti obbligazionari più bassi che mai.  Multipli più elevati possono essere dunque giustificati per quei titoli in grado di generare reddito e il mercato sarà disposto a pagarli. Per questo pensiamo che gli investitori debbano prendere posizione, in previsione non solo dei futuri dividendi, ma anche del probabile aumento del loro prezzo.

Considerata la scarsità di nomi in un singolo Paese, poi, un approccio globale diventa più importante che mai. Abbiamo aggiunto al nostro portafoglio di investimento la britannica Tesco, per il rendimento interessante e per i suoi benefici difensivi, così come l’alimentare olandese Ahold Delhaize e Energias de Portugal, fornitore di energia elettrica. Altri nomi includono il gigante del food&beverage statunitense Pepsico e Digital Reality, azienda di magazzini digitali che sono fondamentali per le grandi società tecnologiche. Questi titoli hanno preso il posto di settori come quello bancario o della ristorazione.

E’ difficile capire se assisteremo a una seconda ondata, ma non è un’ipotesi da escludere, per questo abbiamo rafforzato il nostro portafoglio. Gli organi regolatori in Europa hanno fatto pressione su banche e compagnie assicurative affinché rinunciassero a pagare il dividendo. Non ci aspettiamo che questa pressione si alleggerisca, per questo preferiamo evitare gli istituti di credito.

Vincent McEntegart, co-manager del Kames Global Diversified Income Fund di Kames Capital

 

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