BlueBay. L’ottimismo dei mercati: coraggio o compiacenza? Commento di Mark Dowding

L'orso ed il toro simboli, rispettivamente, dei ribassi e dei rialzi nei mercati azionari

L’orso ed il toro simboli, rispettivamente, dei ribassi e dei rialzi nei mercati azionari

Dopo una prima metà dell’anno tumultuosa, i mercati finanziari hanno iniziato il mese di luglio in modo relativamente costruttivo. I dati economici ultimamente sono stati incoraggianti, come testimoniato dal fatto che l’Economic Surprise Index ha raggiunto livelli record negli ultimi giorni. Nel frattempo, le speranze relative ai vaccini e alle cure sanitarie per il coronavirus sembra stiano azzerando i timori relativi alla crescente diffusione negli Stati Uniti occidentali e meridionali, così come in molti mercati emergenti. In Europa, gli spread della periferia sono stati supportati dal compromesso raggiunto in Germania in relazione alla Corte Costituzionale, che aveva messo in discussione il programma di acquisti della Bce, e dalle crescenti speranze di raggiungere un accordo sul Recovery Fund nelle prossime settimane. In generale, sembra che in assenza di cattive notizie i mercati siano propensi a lasciarsi alle spalle i timori per il Covid-19, almeno per ora.

L’aspetto che ci colpisce di più è il persistente senso di incertezza. Si può dire con tranquillità che negli ultimi sei mesi abbiamo tutti attraversato un periodo senza precedenti nelle nostre vite, che difficilmente avremmo potuto immaginarci, a parte per qualche film apocalittico di Hollywood.

Nessuno avrebbe potuto prevedere gli eventi di questi mesi e, per questo, è comprensibile che la fiducia nella capacità di fare previsioni accurate per il futuro non immediato possa diminuire.

Per di più, sembrerebbe che molte proiezioni ora dipendano dalla traiettoria del virus nelle prossime settimane e nei prossimi mesi, oltre che dalla capacità delle politiche, dei cambiamenti comportamentali e delle scoperte mediche di contenerne la diffusione.

Se la seconda ondata di contagi dovesse rivelarsi contenuta e ci fossero ulteriori progressi nella ricerca del vaccino, sarebbe possibile immaginarsi uno scenario in cui la ripresa economica verrebbe supportata dalle politiche fiscali e monetarie espansive.

In questa ipotesi, l’abbondanza di liquidità sommata all’ottimismo economico potrebbe portare ad un’ulteriore inflazione dei prezzi degli asset, con gli investitori che si spostano da “paura” ad “avidità” e le Banche centrali disposte a tollerare un certo livello di esuberanza dei mercati, sapendo che l’inflazione resta moderata e che le condizioni accomodanti sono necessarie per compensare la brusca contrazione economica registrata nei mesi del lockdown.

L’ottimismo dei mercati potrebbe rappresentare una falsa alba

Dall’altro lato, sembra ugualmente plausibile che il quadro sia molto più negativo. Se la diffusione del virus negli Stati Uniti sovraccaricherà il sistema sanitario e riporterà l’economia al lockdown, i timori di un ritorno del virus potrebbero rinascere anche nei Paesi che hanno iniziato ad allentare le chiusure.

Resta la possibilità che lo sviluppo del vaccino subisca una battuta d’arresto, sebbene tutti ci auguriamo che venga trovata una cura il prima possibile. In tal caso, i recenti miglioramenti economici potrebbero rappresentare una falsa alba, trasformando le speranze di una ripresa a “V” in una ripresa a “W” o anche a “L”. Se così fosse sarebbero necessarie ulteriori misure di supporto, anche se potrebbe essere complicato riuscire a bloccare la crescita dei default corporate e sovrani e a far sì che il timore non domini i mercati.

Guardando alle recessioni del passato, spesso il punto di minimo sui mercati non è stato toccato se non mesi dopo l’inizio del rallentamento. Per esempio, nel 2008 il crollo di Lehman è avvenuto a settembre, ma l’azionario ha toccato il minimo a marzo dell’anno dopo, nonostante gli sforzi delle autorità per fornire supporto.

È inoltre da sottolineare il fatto che i recenti movimenti dei prezzi improntati all’ottimismo nell’azionario Usa hanno coinciso con una forte partecipazione degli investitori retail, con trader che scambiano giornalmente dimostrando una mentalità da “bull market” e deridendo l’ossessione degli investitori professionali con termini come “valutazioni” e “fondamentali”.

Tuttavia, la storia tende a essere poco gentile con questo tipo di trader, come abbiamo visto nella crisi delle dotcom e nel decennio seguente. In questo caso, si è tentati a pensare che la stessa cosa potrebbe succedere di nuovo.

Disuguaglianze in Europa

A livello relativo, sembra che le autorità nell’Eurozona abbiano fatto un lavoro decisamente migliore rispetto alle controparti negli Usa nella gestione del virus e delle riaperture. Ci aspettiamo un accordo sul Recovery Fund dell’UE entro la fine del mese e, per ora, sembra che ci sia un clima di solidarietà interno all’Unione che potrebbe vedere una riduzione dei premi sui rischi politici, favorendo la continuazione di una sovraperformance per gli asset periferici rispetto a quelli core.

Tuttavia, continuiamo ad aspettarci che l’Europa meridionale sottoperformerà e sembra che l’estate sia destinata a vedere bassi livelli di turismo, con molte persone che preferiranno passare le vacanze vicini a casa. Si dice addirittura che alcuni bar e ristoranti stiano perdendo più soldi da quando hanno riaperto rispetto al periodo di chiusura.

In questo contesto, una crescente disuguaglianza nelle performance economiche potrebbe portare a nuove tensioni politiche interne all’avvicinarsi del 2021, soprattutto se la disoccupazione resterà a livelli elevati.

Ricomincia il conto alla rovescia nel Regno Unito

Brexit è un altro tema che dovrebbe tornare nell’agenda degli investitori nel secondo semestre. Il conto alla rovescia per un’uscita senza accordo entro la fine dell’anno è iniziato. A nostro avviso è possibile che venga raggiunto un compromesso all’ultimo minuto, ma per poter giungere a questa conclusione entrambe le parti potrebbero dover guardare ai lati negativi di un “no-deal” prima di essere pronti a cedere terreno.

Sulla base di ciò al momento abbiamo una view ampiamente negativa sugli asset britannici e sulla sterlina.

La politica per ora resta separata dai mercati

Dall’altra parte dell’Atlantico, incombono le elezioni presidenziali USA che si svolgeranno a novembre. Al momento sembra che Joe Biden, candidato del Partito Democratico stia costruendo un margine di vantaggio inattaccabile rispetto al presidente uscente Donald Trump in molti Stati cruciali nello scontro. Per ora, sembra che i mercati azionari non siano preoccupati di fronte alla prospettiva di una vittoria democratica. Tuttavia, man mano che il voto si avvicina, la politica statunitense potrebbe pesare sempre di più sui mercati. Allo stesso tempo, continuiamo ad aspettarci che le relazioni USA-Cina si deteriorino ulteriormente.

La recente mossa da parte del Regno Unito di concedere il diritto di cittadinanza ai residenti di Hong Kong farà probabilmente indispettire la Cina, mentre l’atmosfera nella città asiatica resta molto volatile. Nel frattempo, le notizie sul pagamento da parte della Russia di taglie agli afgani per colpire le truppe statunitensi rischiano di far deteriorare ancora di più i rapporti tra Washington e Mosca. Ciò significa che i temi geopolitici restano in grado di “scoppiare” in qualunque momento nei prossimi mesi.

Outlook di breve termine

La settimana scorsa abbiamo detto che i mercati avrebbero potuto adottare un atteggiamento costruttivo a inizio luglio in mancanza di segnali su un’accelerazione del virus negli USA in grado di spingere il Paese di nuovo verso il lockdown.

Negli ultimi giorni abbiamo visto diverse misure per chiudere bar e ristoranti, e rallentare il piano di riapertura in alcuni Stati. Detto questo, per ora, sembra che siano più i giovani ad essere contagiati e che il tasso di mortalità stia scendendo. Se questo quadro reggerà, allora non ci sarà motivo per non assistere a un aumento ulteriore dei prezzi degli asset in coincidenza di dati economici positivi e ulteriori notizie sulle iniziative di politica fiscale.

Questa prospettiva potrebbe facilmente essere messa in discussione, ma man mano che passa il tempo, si rafforza l’idea che servirà qualcosa di molto più drammatico per scuotere questa atmosfera di compiacenza.

Mantenere una posizione lievemente costruttiva verso gli asset rischiosi di aree che stanno ricevendo supporto dalle politiche in atto sembra ragionevole per il momento, ma è difficile sapere per quanto ciò durerà, e quindi assicurarsi che a ogni posizione sia dato il giusto peso rispetto al livello di incertezza rimane cruciale per la costruzione del portafoglio.

Mark Dowding CIO di BlueBay

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