Borse. Il rally si infrange sullo stop ai dividendi, le banche zavorrano i listini. A Milano (-1,5%) crollano Ubi e Intesa

Piazza Affari

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Milano, 9 giugno – Il rally dei listini europei si infrange contro lo stop ai dividendi. La raccomandazione dell’European Systemic Risk Board indirizzata a banche e assicurazioni per rimandare la distribuzione di cedole, almeno fino a gennaio 2021, ha infatti innescato le vendite sui titoli finanziari, mandando in rosso le principali Borse del Vecchio Continente. Dopo aver toccato nelle scorse sedute i massimi da fine febbraio, cioè da prima che esplodesse l’emergenza Covid-19, i listini hanno così invertito la rotta, visti i deboli dati macro che stanno frenando gli entusiasmi per un rapido recupero dell’economia dopo il lockdown. A rendere nervosi gli investitori anche le attese per l’esito della riunione della Fed, che termina domani e servirà a misurare la reale entità della ripresa Usa. A frenare Piazza Affari, che ha chiuso con un ribasso dell’1,5% tornando sotto la soglia simbolica dei 20mila punti, è poi l’orientamento dell’Antitrust sulla fusione tra Intesa Sp (-4,6%) e Ubi (-5%), che non sarebbe ‘allo stato degli atti suscettibile di essere autorizzata’ come si legge nelle comunicazioni delle risultanze istruttorie (valutazioni poi definite ‘solo preliminari’ dalla stessa Autorità che ha precisato di non aver preso ‘nessuna decisione’). Ma le vendite hanno pesato su diversi titoli che speravano – pandemia permettendo – di poter distribuire le cedole nel secondo semestre. Sono così finiti in rosso UniCredit (-3,7%), Banco Bpm (-2,9%), Unipol (-1,9%), mentre ha limitato le perdite Generali (-1,1%) che avrebbe in programma il pagamento della sola seconda tranche. Tra i titoli peggiori Fca (-4,4%) dopo i dubbi dell’Ue sulla fusione con Peugeot nel segmento dei veicoli commerciali leggeri, che potrebbero far slittare l’operazione. Sul fronte dei cambi, l’euro rialza la testa contro il dollaro e scambia a 1,136 (da 1,129 ieri sera) mentre si è registrata un’altra seduta di acquisti sullo yen con la divisa unica scesa a 122,32 (da 122,64) e il dollaro a 107,71 (da 108,6). Piatto il petrolio, dopo giorni di tensioni interne all’Opec+, con i future del Wti con scadenza luglio in discesa dello 0,1% a 38,1 dollari al barile e il Brent di agosto scambiato a 40,7 dollari (-0,2 per cento).

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