J.P. Morgan AM. Bond Bulletin settimanale

FOTO BONDGli investitori si trovano a dover valutare i notevoli rischi economici e politici alla luce della risposta politica in corso. Salvo delusioni su questo fronte, è possibile che gli spread continuino a restringersi. Il principale rischio economico resta quello di una ripresa molto più lenta di quella che i mercati sembravano aver prospettato. Secondo alcuni segnali, i dati potrebbero aver raggiunto il punto di svolta: gli indici dei responsabili degli acquisti stanno recuperando rispetto ai precedenti minimi e gli indicatori di mobilità mostrano una timida ma diffusa ripresa dell’attività. È quindi possibile che i rischi economici si stiano attenuando (a questo punto senza una seconda ondata di contagi), sebbene i rischi politici comincino ad aumentare: nelle ultime settimane sono riemerse le tensioni commerciali tra gli Stati Uniti e la Cina ed è probabile che, con l’approssimarsi di novembre, le elezioni presidenziali statunitensi saranno sempre di più al centro dell’attenzione. Il quadro delle politiche compensa almeno in parte questi rischi. Nelle prossime settimane si riuniranno sia la Federal Reserve che la Banca d’Inghilterra, le cui decisioni saranno scrupolosamente vagliate dai mercati per avere indicazioni sull’orientamento delle politiche monetarie. Nell’immediato, la riunione del 4 giugno della Banca Centrale Europea sarà importante per i prezzi degli attivi dell’Area; nel mentre si continuano a fare progressi sul fronte di un fondo europeo per la ripresa. È opinione diffusa che serva aumentare di 250-750 miliardi di Euro il programma temporaneo di acquisto per l’emergenza pandemica (PEPP); un mancato intervento deluderebbe fortemente i mercati, mentre un incremento significativo delle risorse sarebbe accolto con favore e produrrebbe effetti positivi sugli attivi più rischiosi, compresi i titoli di Stato dei Paesi periferici europei.

La rimonta generalizzata dei mercati azionari si è estesa al reddito fisso. Le aspettative di un esito positivo dalla riunione della Bce e i primi segnali di ripresa economica hanno contribuito a far restringere gli spread dei titoli dei Paesi periferici europei rispetto ai Bund tedeschi: a maggio i differenziali di rendimento sui titoli decennali di Spagna, Portogallo e Italia si sono ridotti rispettivamente di 25, 36 e 46 punti base (pb). Anche gli spread delle obbligazioni societarie hanno continuato a contrarsi: quelli delle emissioni europee Investment Grade hanno recuperato 69 pb (il 44%) rispetto all’incremento di 159 pb registrato dopo i livelli minimi pre-crisi. Uno qualsiasi dei rischi evidenziati in precedenza potrebbe innescare un nuovo ampliamento. Tuttavia, se lo status quo permane i differenziali di rendimento non potranno che ridursi. (Dati al 26 maggio 2020.)

Il quadro tecnico, che è in larga misura il risultato della risposta politica globale, continua a essere un fattore chiave della ripresa dei mercati. In Europa, gli acquisti della Bce continuano ad assicurare sostegno. L’attuale politica basta a impedire squilibri negli spread dei titoli dei Paesi periferici europei ma non è ancora sufficiente a indurre una contrazione significativa dei differenziali di rendimento. L’atteso aumento degli acquisti dopo la riunione di giugno sarà sufficiente ad assorbire per intero il volume netto di emissioni (sia obbligazioni che titoli a breve termine) sul mercato. Al momento, nei mercati creditizi la domanda estera di attivi statunitensi supera quella rivolta agli attivi europei, grazie soprattutto alla sensibile riduzione dei costi di copertura del dollaro statunitense, registrata nelle ultime settimane. Tuttavia, nel mercato delle obbligazioni societarie europee i fattori tecnici continuano a essere solidi, con un ritmo di emissioni societarie inferiore a quello degli Stati Uniti (+35% su base annua a fronte del +90% negli Stati Uniti).

A cura del team Global Fixed Income, Currency and Commodities Group di J.P. Morgan AM

 

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