BlueBay. È un buon momento per investire nelle banche europee? Intervista con Marc Stacey

Marc Staceyco-gestore del fondo BlueBay Financial Capital Bond, BlueBay Asset Management

Marc Staceyco-gestore del fondo BlueBay Financial Capital Bond, BlueBay Asset Management

Parlando di banche spesso si citano i “campioni nazionali” – può spiegare che cosa sono, come influenzano l’economia e perché sono importanti per gli investitori? I “campioni nazionali” sono le banche che emettono una parte importante dei prestiti che avvengono in un’economia. Sono istituzioni altamente regolamentate e tipicamente ben capitalizzate. Nel Regno Unito, sono brand noti che tutti saremmo in grado di riconoscere. Queste istituzioni sono incredibilmente importanti dato che forniscono i finanziamenti che tengono in vita l’economia. Ecco perché regolatori, banche centrali e autorità sono così attenti a supportare queste istituzioni: sono la linfa vitale necessaria per tenere in piedi l’economia in questa fase di crisi. Per esempio, le banche forniscono circa l’80% dei prestiti ad aziende e privati in Europa. Sono vitali per le aziende che necessitano di capitale per superare l’attuale shock economico. Se queste banche smettessero di prestare denaro, la ricaduta sull’economia sarebbe molto più severa. 

2) A suo avviso, è probabile che solo i “campioni nazionali” riusciranno a superare la crisi, oppure trova ci siano altri titoli bancari interessanti?

Lo shock economico che stiamo attraversando è senza precedenti, così come la risposta di banche centrali e governi. Di conseguenza, ci aspettiamo che la ricaduta sull’economia sarà contenuta, ma i settori e le aziende che erano già sull’orlo del fallimento prima della crisi molto probabilmente non sopravviveranno.

Allo stesso modo, ci aspettiamo che la dispersione tra i titoli da avere e non avere in portafoglio nel settore bancario sarà ancora più esacerbata dalla crisi. Preferiamo quindi non assumerci un eccessivo rischio di credito, o anche di liquidità, rimanendo concentrati sulle istituzioni che riteniamo sopravviveranno e che beneficeranno con maggiore probabilità del supporto pubblico. Si tratta dei grandi “campioni nazionali” bancari dei singoli Paesi.

3) Dopo la crisi finanziaria del 2008, le banche sono state considerate i “cattivi”, ma questa volta potrebbero rappresentare gli “eroi”, ci può spiegare il perché?

Le banche erano sicuramente i “cattivi” nel 2008. Erano gestite male e poco regolamentate, come manifestato dalle istituzioni ultra-indebitate e molto rischiose.

Da allora, le autorità si sono adoperate per far sì che le banche avessero una maggiore liquidità, detenessero maggiori capitali e si impegnassero in attività meno rischiose, con l’applicazione di requisiti di capitale più elevati per questo tipo di attività da parte delle autorità. Grazie a questi cambiamenti le banche sono entrate nell’attuale crisi in uno stato di salute molto migliore. Mentre gran parte dell’economia ha sfruttato gli ultimi anni di tassi bassi e abbondante liquidità per fare acquisizioni o aumentare la leva nei propri bilanci, le banche hanno fatto il contrario, aumentando i capitali di riserva e il deleveraging.

Questa volta le banche non sono il problema, ma fanno parte della soluzione e sono utilizzate come canale attraverso cui le politiche pubbliche possono supportare l’economia. Alle banche viene ora chiesto di utilizzare le garanzie pubbliche per erogare prestiti alle aziende che necessitano liquidità.

4) Guardando ai dividendi, quanto pensa che durerà l’attuale fase di congelamento dei dividendi? Quali sono le implicazioni per gli investitori? Le cedole AT1 verranno impattate?

È una domanda interessante, ma anche complicata. È difficile dire quando terminerà la fase di congelamento dei dividendi, anche se sappiamo che non succederà almeno fino a ottobre 2020. È chiaro però che finora la BCE si è mossa rapidamente per fare una distinzione tra dividendi e coupon AT1 bancari. Ciò rafforza la nostra fiducia nel fatto che questi ultimi verranno pagati. Da notare che, con le restrizioni su dividendi e buyback delle azioni, la sospensione dei coupon AT1 è diventata una possibilità ancora più remota, dato che i buffer di capitale supereranno i 100 miliardi di euro, aumentando il margine a disposizione degli emittenti prima che la restrizione dei coupon diventi meccanica.

Inoltre, le autorità di regolamentazione comprendono che, a differenza dei dividendi, le cedole AT1 sono componenti senior nella struttura del capitale e rappresenterebbero una perdita permanente di valore per gli investitori se disattivate. Ciò a differenza dei dividendi, dove il valore viene mantenuto all’interno della banca e può comportare un aumento del prezzo delle azioni o dividendi più elevati in futuro.

5) Il vostro approccio di investimento si è sempre concentrato sui fondamentali, qual è la vostra view al momento?

Stiamo vedendo gli ultimi risultati relativi al primo trimestre da parte delle banche. Come ci aspettavamo, le banche hanno aumentato gli accantonamenti, soprattutto negli Stati Uniti, dove i prestiti ai consumatori attraverso carte di credito sono più diffusi. È giusto dire che probabilmente vedremo sia non-performing loan che aumento degli accantonamenti nei prossimi trimestri. In tal senso, ci concentreremo sull’individuazione degli asset che verranno più impattati e sulla valutazione della resilienza dei bilanci di ogni emittente in cui investiamo. Quindi, sebbene i livelli di capitale diminuiranno, siamo partiti da una posizione di forza e, sulla base del nostro stress test, le banche hanno buffer di capitale solidi. Sebbene lo shock economico innescato dal Covid-19 avrà un impatto negativo su tutti gli asset in qualche modo, riteniamo che le banche abbiano goduto di un buon punto di partenza e riteniamo sia un elemento incoraggiante.

6) A inizio anno gli investitori temevano di essersi persi il punto di picco dei mercati. Alla luce di quanto successo in seguito, ritenete che quello attuale sia un buon punto di ingresso?

I rischi e l’incertezza sono elevati, ed è difficile dire quanto durerà questa pandemia e quanto verranno danneggiate le economie. Detto ciò, riteniamo sia chiaro che le banche verranno utilizzate come canale in questa crisi. Si trovano quindi in una posizione di forza e le loro valutazioni rappresentano un’opportunità interessante se detenute sul lungo termine.

Il principale rischio a nostro avviso è che le conseguenze del virus dureranno più a lungo di quanto ci si aspetti, così come l’impatto sull’economia, oppure che l’esecuzione delle politiche annunciate da autorità e banche centrali fallisca. Ci aspettiamo che i mercati resteranno volatili, ma siamo sempre più convinti che le misure straordinarie messe in atto dovrebbero fornire un notevole supporto al settore bancario e che le valutazioni stiano ora riflettendo l’impatto dei lockdown legati al virus.

Marc Stacey, co-gestore del fondo BlueBay Financial Capital Bond, BlueBay Asset Management

 

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