Bce. Occhi puntati sul consiglio di giovedì: possibile estensione del PEP e nuove stime macro potrebbero dare nuova linfa ai mercati

Il grattacielo sede della Bce a Francoforte sul Meno

Il grattacielo sede della Bce a Francoforte sul Meno

Milano, 2 giugno – Nessuna novità sui tassi e sulla forward guidance e occhi puntati su un possibile, e anzi secondo la maggioranza degli esperti probabile, rafforzamento del Pepp, il programma straordinario di acquisti di asset lanciato per contrastare gli effetti della pandemia di Covid-19. Annunciato il 12 di marzo con una dotazione di 750 miliardi, il Pepp ha già portato ad acquisti per 234 miliardi e al ritmo attuale dovrebbe esaurire la sua potenza di fuoco entro l’autunno. Per questo motivo un rafforzamento della sua dotazione appare inevitabile e secondo le dichiarazioni delle ultime settimane di alcuni governatori questo potrebbe avvenire già nella riunione di giovedi. Le attese degli analisti vanno da un aumento minimo di 250 miliardi a un totale di 1000 miliardi fino a un massimo di 500 miliardi a un totale di 1250 miliardi. La riunione potrebbe anche essere l’occasione per fornire maggiori informazioni sulla politica di reinvestimenti del Pepp, analogamente a quanto già avviene per il Quantitative easing. Questo programma è finito al centro del dibattito nelle scorse settimane dopo che la corte costituzionale tedesca lo ha di fatto dichiarato illegale perché non adeguatamente proporzionato in termini di costi e benefici per tutte le parti in causa e ha dato 3 mesi al consiglio direttivo per fornire nuove “giustificazioni” salvo l’impossibilità per la Bundesbank di continuare a prendere parte al programma. Il consiglio direttivo non pare invece affatto intenzionato a dare risposte alla corte di Karlruhe in quanto rientra sotto la giurisdizione della massima corte di giustizia europea che si è già espressa a favore del programma. Riguardo al Qe alcuni esperti ritengono possibile che come già avvenuto nella riunione del 6 marzo, il consiglio direttivo decida a ogni modo di aumentare la sua dotazione, che è attualmente di 20 miliardi di euro al mese più una cartuccia aggiuntiva da spendere a piacimento di 120 miliardi, di un’ulteriore dote sempre di 120 miliardi. L’attenzione dei mercati sarà infine concentrata sulle nuove stime macroeconomiche che saranno annunciate dalla Bce. A fine aprile la presidente Christine Lagarde aveva parlato di 3 possibile scenari con cali del Pil compresi fra il 5 e il 12 per cento ma negli ultimi giorni Lagarde ha ristretto il campo ai due scenari più severi, con un calo atteso tra l’8 e il 12 per cento. Secondo gli osservatori, qualsiasi stima rimanga sotto la doppia cifra dovrebbe dare una spinta ai mercati che peraltro guarderanno con attenzione anche alle stime sull’inflazione a al rischio di possibili cadute in zona deflazione.

 

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