Recovery Fund. Macron e Merkel prendono l’iniziativa: sul piatto 500 miliardi in bond comuni

Il Presidente della Repubblica francese Emmanuel Macron e la Cancelliera tedesca, Angela Merkel

Il Presidente della Repubblica francese Emmanuel Macron e la Cancelliera tedesca, Angela Merkel

Bruxelles, 18 maggio – Ora che si sono mossi Macron e Merkel, piaccia o no non ha molta importanza, prende davvero corpo l’ultimo strumento finanziario anticrisi europeo: il Recovery Fund, il fondo per la ripresa dell’economia. E la proposta franco-tedesca è un’assoluta novità: 500 miliardi da raccogliere sul mercato con l’emissione di bond a lunga scadenza da parte della Commissione. Da destinare a trasferimenti diretti agli Stati più colpiti dalla pandemia e dalla crisi conseguente. Francia e Germania parlano di ‘regioni e settori’ da determinare (ci penserà la Commissione), ma è evidente che i maggiori beneficiari saranno Italia e Spagna e poi via via tutti gli altri più esposti e in difficoltà. Idee abbastanza in linea con quelle su cui sta lavorando von der Leyen (proposta attesa per il 27). Il primo passo è l’emissione di debito nella forma di bond comunitari. Il passo successivo è che non solo viene archiviato il contrasto prestiti o sovvenzioni agli Stati, optando chiaramente per ‘dotazioni’, cioè le seconde, ma si fissa un principio: il rimborso non ricadrà sulle spalle dei Paesi beneficiari, bensì su tutti gli Stati membri della Ue. Le modalità saranno definite nel quadro del bilancio Ue 2021-2027 . Richiesta di indicare quanto costerà alla Germania l’operazione, Merkel ha risposto: ‘Forse non è la domanda giusta, il rimborso farà parte del quadro finanziario Ue, si cercherà di avere fondi propri più alti del normale per fronteggiare la situazione, ci saranno proposte. Ciò che conta è che occorre uno sforzo colossale, Francia e Germania sono pronte a farlo’. La novità è rilevante: la doppia condivisione tra gli Stati, prima con l’emissione di bond comunitari poi con la ripartizione fra tutti i 27 del rimborso del capitale, è una assoluta novità. Macron parla di un ‘cambio di filosofia’, Merkel spiega che ‘la coesione è molto importante, il Fondo deve contribuire affinchè i Paesi possano reagire alla crisi in funzione dei loro bisogni. Non si tratta di crediti (agli Stati), ma di spese di bilancio. Sono misure giustificate e necessarie’. Per l’Italia è una buona notizia: il negoziato sul Recovery Fund era partito con il fronte del Nord fisso in difesa di un volume finanziario di massimo 300 miliardi, il fronte del Sud con la Francia a 1000-1500 miliardi tra prestiti agli Stati e sovvenzioni. Per settimane si è litigato sull’equilibrio tra i primi e le seconde. Di fatto ci sarà un bilancio Ue attorno a mille miliardi, più un ‘bilancio’ anticrisi di trasferimenti diretti di 500 miliardi, più 540 miliardi fra presti Mes, Bei e per sostenere le casse integrazioni nazionali. A spanne si può calcolare che all’Italia potrebbero arrivare dal Recovery Fund 80-100 miliardi (non ci sono conferme). La condizioni per usare tali risorse è che l’operazione rientri nel quadro del bilancio Ue, per vincolare le scelte di spesa alle direttrici di spesa europee: rafforzamento sistemi sanitaria, autonomia tecnologica, Green Deal, transizione digitale.

 

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