Milano, 6 maggio – I venti di recessione che si abbattono sul Vecchio Continente hanno finito per scoraggiare le Borse europee, che nella prima parte della seduta avevano cercato di concentrarsi sulle riaperture e sulle misure post-lockdown. Invece sul finale è riemersa l’apprensione, alimentata dalla forte contrazione degli ordini del comparto manifatturiero tedesco, dal netto calo dell’attività dei servizi nell’Eurozona e soprattutto dalle stime della Commissione europea sull’economia dell’Eurozona (-7,7% il Pil nel 2020 per l’area con disoccupazione vicina al 10%, -9,5% per l’economia italiana). Così Milano ha chiuso in calo dell’1,3%, ai minimi di seduta, complice anche il rialzo dello spread a 252 punti, dai 248 della chiusura precedente (245 in avvio). Andamenti simili per gli altri listini, Parigi -1,1%, Francoforte -1,15%, Londra sulla parità e Madrid -1,13%. A Piazza Affari in accelerata Amplifon (+5,27%), Pirelli (+4,28%) e Leonardo (+1,94%), mentre in coda sono rimasti i titoli del risparmio gestito. La peggiore è stata Cnh Industrial (-6,53%), dopo la trimestrale, chiusa con un rosso da 54 milioni di euro e ricavi in calo del 15%. Tra i peggiori, a Milano come nel resto d’Europa, i petroliferi (Eni -3%, Saipem -2,95%, Tenaris -3,8%) sulla scia del nuovo ribasso del greggio, limitato in parte dal fatto che le scorte settimanali americane sono aumentate meno delle previsioni: il Wti con scadenza giugno cede il 4,19% a 23,53 dollari al barile, il Brent a luglio arretra del 4,2% a 29,66 dollari al barile. Sul mercato valutario, l’euro si indebolisce a 1,08 dollari (1, 083 in avvio e 1,084 ieri), mentre contro yen vale 114,562 (115,13 in apertura e 116,61 ieri). Il dollaro/yen è a 106,07.