Borsa. L’offensiva di Trump sulla Cina affonda i listini. Milano (-3,7%)

Piazza Affari

Piazza Affari

Milano, 4 maggio – La nuova offensiva del presidente americano Donald Trump nei confronti della Cina, insieme alle ultime testimonianze dell’impatto della pandemia Covid-19 sull’economia globale, sotto forma di dati macroeconomici negativi e profit warning lanciati da colossi come Amazon e Apple, hanno zavorrato le Borse europee dopo il lungo week end del primo maggio. A Piazza Affari, nel primo giorno della ‘Fase 2′ dell’emergenza coronavirus, il Ftse Mib ha perso il 3,7%. Venerdì scorso Trump ha minacciato di aumentare i dazi sulle importazioni dalla Cina come ritorsione per il modo in cui Pechino avrebbe, secondo il presidente Usa, gestito la fase inziale della pandemia. Sempre venerdì Amazon ha messo in guardia il mercato sulla possibilità di chiudere il secondo trimestre in perdita: la crescita dei ricavi dovuta alle misure di lockdown introdotte per contrastare la diffusione del virus, infatti, potrebbe essere più che annullata da 4 miliardi di dollari di costi extra. Apple, da parte sua, per la prima volta da oltre 10 anni non ha fornito una guidance per i prossimi mesi.

Venerdì Wall Street ha reagito a questa raffica di notizie chiudendo in calo dell’1,5% sull’S&P500: trend che si è trasferito sulle Piazze europee dopo lo stop per festività e che è stato amplificato dal calo record dell’indice Pmi manifatturiero europeo e italiano, ai minimi dal 1997.Tornando ai mercati azionari, le vendite hanno colpito in primo luogo le banche, l’auto, i tecnologici e i titoli dell’energia. Tra i titoli milanesi a maggiore capitalizzazione, male Cnh Industrial (-7,56%), Atlantia (-6,4%), Exor (-6,47%) ed Eni (-5,77%). Bene invece Ferrari (+1,46%), nonostante il taglio delle stime per il 2020: il mercato guarda con fiducia alla capacità del Cavallino di superare la crisi grazie alla tenuta del portafoglio ordini. Sul mercato dei cambi, euro in calo a 1,0909 dollari (1,0940 venerdì in chiusura) e a 116,61 yen (da 117,1), mentre il rapporto dollaro/yen è a 106,86 (da 106,9). Dopo una seduta volatile il petrolio è contrastato: il future giugno sul Wti sale dello 0,56% a 19,89 dollari al barile, mentre l’analoga consegna sul Brent cede lo 0,11% a 26,41 dollari.

 

Questa voce è stata pubblicata in Finanza e contrassegnata con , , , , , , , . Contrassegna il permalink.

Lascia un Commento

L'indirizzo email non verrà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *


+ tre = otto

È possibile utilizzare questi tag ed attributi XHTML: <a href="" title=""> <abbr title=""> <acronym title=""> <b> <blockquote cite=""> <cite> <code> <del datetime=""> <em> <i> <q cite=""> <strike> <strong>