Jupiter. Elicotteri e zombie: la battaglia tra inflazione e deflazione. Commento di Alistair Irvine

La Federal Reserve

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Nel mondo occidentale abbiamo avuto un intero decennio non solo con tassi d’interesse bassissimi e persino negativi, ma anche con un significativo quantitative easing (QE). Inizialmente concepito per riportare in vita un sistema finanziario in crisi, soprattutto negli Stati Uniti e nel Regno Unito, il QE è stato utilizzato successivamente dalla BCE e dalla Banca del Giappone come mezzo per cercare di respingere le pressioni deflazionistiche. La massiccia risposta monetaria al Covid-19, con ciò che restava dei tassi d’interesse praticamente evaporato e le banche centrali che gettano denaro sul problema per evitare un tracollo sistemico, rappresenta il tentativo delle banche centrali di replicare lo stesso escamotage.  La grande differenza questa volta è l’intervento simultaneo per sostenere posti di lavoro, mezzi di sussistenza e aziende, mentre i politici e gli scienziati si occupano del virus.

Il risultato sarà un’inflazione più alta? Ci sono pressioni che spingono in direzioni opposte: man mano che le economie si contraggono in modo allarmante, le imprese che vengono sostenute artificialmente, e i posti di lavoro che altrimenti sarebbero stati soppressi, creeranno un surplus di capacità e un deficit di produttività. Questa è definita in modo scortese come “economia zombie”, che nasce dalla sfida di una sorta di economia darwiniana in cui solo i più forti sopravvivono. Le economie zombie soffrono intrinsecamente di pressioni deflazionistiche. D’altra parte, quando l’economia inizia a riprendersi, comunque rapidamente, anche i prezzi delle materie prime e gli altri costi degli input economici si riprenderanno, il che rappresenta una pressione inflazionistica. Rimane da vedere quale di queste due pressioni sarà maggiore.

È più che probabile che i governi si sentano spinti ad andare oltre nel medio-lungo termine, rispetto ai sistemi immediati di salvataggio economico che sono stati avviati per contribuire a contenere le ricadute economiche e un significativo aumento della disoccupazione. Nella misura in cui ciò sarà possibile, visti i vincoli del loro crescente indebitamento, spendere per tirarsi fuori dalle difficoltà è una prospettiva interessante per molti. La spesa per le infrastrutture, in particolare per le iniziative sul cambiamento climatico, può contribuire a stimolare sia l’occupazione che la crescita.

Anche altri metodi fiscali per cercare di stimolare la fiducia dei consumatori possono svolgere un ruolo importante: i cosiddetti “Helicopter Money” o Teoria Monetaria Moderna sono metodi per mettere denaro contante nelle tasche dei consumatori con l’intenzione di farli spendere. Può essere più grossolano, come l’esempio dei governi di Hong Kong, Giappone e Stati Uniti che letteralmente compilano un assegno a ogni singolo membro dell’elettorato con la raccomandazione di andare ad acquistare beni e servizi; può essere più discreto, magari cancellando il debito degli studenti, o fornendo piani per il primo acquisto della casa e misure simili, ma l’intenzione è la stessa: stimolare la domanda. Tali misure tendono a essere inflazionistiche.

Considerata l’enorme quantità di debiti che grava sul sistema globale, in particolare ora che ne è stato riversato un altro carico, le banche centrali non vorranno vedere un’accelerazione significativa dell’inflazione, che altrimenti dovrebbe essere tenuta sotto controllo con tassi di interesse più elevati. Ciò potrebbe essere troppo per il sistema. Allo stesso modo devono guardarsi dalla deflazione perché i consumatori rimandano gli acquisti oggi perché sanno che il prezzo sarà più basso domani; alla fine questo crea una contrazione economica.

Per gli investitori, l’oro è tradizionalmente una buona copertura contro l’inflazione. Anche le azioni hanno avuto la tendenza a proteggere dall’inflazione, in particolare le aziende innovative, che investono nel marketing, nella ricerca e sviluppo e sono in grado di fissare i propri prezzi. Le obbligazioni, invece, sono sensibili alle prospettive di inflazione che si riflettono in un aumento o in una diminuzione dei tassi d’interesse. Infine, il potere d’acquisto del denaro contante è eroso dall’inflazione e ciò aggrava i danni nel tempo. Si tratta di un contesto complesso, ma che può essere gestito attraverso soluzioni d’investimento diversificate che investono a livello globale, in diverse aree geografiche e asset class.

A cura di Alastair Irvine, Product Specialist per le strategie Fondi di Fondi di Jupiter AM

 

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