Coronavirus: Bruxelles, un piano per il Recovery Fund entro il 6 maggio. Conte, riconosciuta urgenza Merkel: ‘Dubbi sul finanziamento’. Salvini all’attacco

La Presidente della commissione Europea Ursula Von der Leyen e il Presidente del Consiglio dei ministri Giuseppe Conte

La Presidente della commissione Europea Ursula Von der Leyen e il Presidente del Consiglio dei ministri Giuseppe Conte

Mes, Sure e Bei operativi da giugno e ok al principio del Recovery Fund ‘urgente’, come aveva chiesto l’Italia, anche se con tutti i dettagli ancora da definire a cui lavorerà la Commissione nelle prossime settimane. Il vertice europeo dedicato alla crisi economica più profonda dal dopoguerra cerca di ritrovare almeno un’unità d’intenti che consenta di proseguire lo sforzo per definire una risposta all’altezza della situazione. Ci riesce, almeno in parte, accogliendo l’idea di creare uno strumento nuovo come il fondo per la ripresa. “Uno strumento del genere era impensabile fino adesso e renderà la risposta europea più solida e coordinata”, ha esultato il premier Giuseppe Conte. 

“La Commissione – fa saper il premier Conte – lavorerà in questi giorni per presentare già il prossimo 6 maggio un Recovery Fund che dovrà essere di ampiezza adeguata e dovrà consentire soprattutto ai Paesi più colpiti di proteggere il proprio tessuto socio-economico”.  “Grandi progressi – aggiunge – impensabili fino a poche settimane fa, all’esito del Consiglio Europeo appena terminato: i 27 Paesi riconoscono la necessità di introdurre uno strumento innovativo, da varare urgentemente, per assicurare una ripresa europea che non lasci indietro nessuno”

Il quadro economico è drammatico, e la presidente della Bce Christine Lagarde parte in pressing sui leader: il Pil dell’Eurozona rischia una contrazione del 15% e finora è stato fatto troppo poco e troppo in ritardo per contrastare i danni economici. Ciò che occorre adesso sono misure per la ripresa rapide, risolute e flessibili, avverte la Lagarde, perché non tutti i Paesi, colti dalla crisi, potrebbero essere in grado di agire nel modo necessario. Dopo il vertice europeo l’accordo su come affrontare la fase della ripresa ancora non c’è, ma una base di lavoro sì. La mette sul tavolo la presidente della Commissione Ursula von der Leyen, che ha cercato di fare una sintesi delle proposte avanzate dalle diverse capitali. Il punto di partenza è che per rilanciare l’economia europea bisogna servirsi degli strumenti che già abbiamo, come il bilancio pluriennale, e poi creare qualcosa di nuovo, che aggiunga risorse in un momento di estrema necessità per le casse di tutti, soprattutto di quelli più colpiti dallo shock sanitario ed economico.

La presidente vuole arrivare a mobilitare 2.000 miliardi di euro, cioè il doppio dell’attuale bilancio a 28. E propone quindi di aggiungere al prossimo bilancio Ue 2021-2027 un fondo temporaneo e mirato per la ripresa (Recovery fund) dotato di 320 miliardi di euro, raccolti grazie all’emissione di obbligazioni comuni. La metà sarebbero distribuiti sotto forma di prestiti ai Paesi, l’altra metà andrebbe a programmi ‘ad hoc’, nel quadro del bilancio pluriennale Ue, per i Paesi più colpiti dall’emergenza.

Ma ora parte la battaglia su come funzionerà, cioè se concederà prestiti o sovvenzioni a fondo perduto. E gli schieramenti restano i soliti: i frugali del Nord contro il Sud che chiede aiuti da non restituire per chi è stato più colpito.

La Germania non si schiera apertamente nella battaglia ma la cancelliera Merkel ammette che “non su tutto siamo della stessa opinione”, anzi che c’è un vero e proprio “disaccordo” su come finanziare il fondo, assicurando però che Berlino è disponibile a versare di più al bilancio europeo.

Il premier Giuseppe Conte rivendica il risultato di aver ottenuto una accelerazione in Ue sul piano sul Recovery Fund e la maggioranza è compatta con lui e anche Beppe Grillo plaude: ‘”Forse l’Europa comincia a diventare una Comunità. “Giuseppi” sta aprendo la strada a qualcosa di nuovo. Continuiamo così!”. Ma è scontro con Matteo Salvini.

“Approvato il MES, una drammatica ipoteca sul futuro dell’Italia e dei nostri figli. Di tutto il resto, come il Recovery Fund, si parlerà solo più avanti, ma già si delinea una dipendenza perenne da Berlino e Bruxelles. Sconfitta, fallimento, disfatta, oltretutto avendo impedito al Parlamento di votare, violando la legge”, dice il leader della Lega, Matteo Salvini mentre Giorgia Meloni fa sapere di avere presentato un odg che verrà messo in votazione alla Camera contro l’uso del Mes.

La maggioranza plaude a Conte.

“I governi Ue hanno compreso l’importanza della proposta del Governo Conte per un fondo europeo a sostegno di famiglie e imprese. Quello che chiedevamo. L’Europa si sta muovendo, come si è visto in questi giorni drammatici di emergenza Covid-19. Ora sta alla nostra forza, alla nostra creatività, al nostro impegno realizzare la rinascita e ricostruire la fiducia”, dice il leader del Pd, Nicola Zingaretti.

“Il match è ancora in corso, ma possiamo dire di aver raggiunto un primo importante risultato: il Recovery Fund. Ora bisogna lavorare sui tempi, affinché i fondi siano disponibili da subito, per aiutare imprese, lavoratori e famiglie italiane. C’è un’Italia da ricostruire. Solo uniti ce la faremo”. Lo scrive su Facebook il ministro degli Esteri Luigi Di Maio, commentando l’esito del videosummit europeo. E aggiunge: “Grazie al presidente Conte per l’ottimo lavoro svolto fino ad ora. Grazie a chi sostiene la nostra Nazione nella sfida più importante di sempre. Non molliamo”.

Del resto, il premier al tavolo Ue scandisce una frase: “l’emergenza coronavirus da sanitaria è diventata economica e sociale. E ora è anche politica”. Tradotto: un atteggiamento ostile dell’Europa rischia di destabilizzare, pericolosamente, la politica interna degli Stati membri. Conte, nelle prossime settimane sarà chiamato ad illustrare il piano Ue in Parlamento. A quel punto è possibile che alle sue comunicazioni seguano delle risoluzioni. E, proprio sulla risoluzione di maggioranza, potrebbero confluire le tensioni tra Pd e Iv (pro-Mes) e M5S. Con lo spettro di una spaccatura del Movimento e della formazione, in Parlamento, di una maggioranza pro-fondo salva Stati costruita da Pd, Iv, FI e un pezzo di Cinque Stelle. A questo, però, i vertici del Movimento non vogliono arrivare, consapevoli che, senza il paracadute europeo, potrebbero affarci soluzioni ancora meno digeribili. “Chi non vuole l’Ue sceglie la patrimoniale”, spiegava, questa mattina, l’ex premier Enrico Letta.

 

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