Milano, 26 marzo – Segno meno, anche se contenuto, per l’industria del risparmio gestito a febbraio. Nel mese che ha visto nella sua parte finale lo scoppio dell’emergenza coronavirus e i suoi primi scossoni sui mercati finanziari, la raccolta netta è negativa per 406 milioni di euro, dopo -4,7 miliardi a gennaio (che riflettevano per altro anche consistenti movimenti infragruppo e quindi non uscite effettive). Come emerge dalla mappa mensile di Assogestioni, il patrimonio gestito è in ritirata a 2.292 miliardi, dopo il record di 2.321 miliardi raggiunto a gennaio, con masse per 1.115 miliardi nelle gestioni collettive (48,6%, da 1.134,6 mld) e per 1.177 miliardi nelle gestioni di portafoglio (51,4%, da 1.186,3 mld). I deflussi riguardano nuovamente i fondi aperti, che segnano -1,5 miliardi, dopo -2,3 miliardi a gennaio. Si rafforza, invece, l’interesse per i fondi chiusi, che segnano +458 milioni, dopo +170 milioni. Le gestioni di portafoglio tornano in territorio positivo con +658 milioni (dopo -2,5 miliardi), trainate dai mandati retail (+650 milioni dopo +267 milioni) , mentre gli istituzionali registrano +9 milioni dopo -2,8 miliardi a gennaio. Letteralmente in fuga dai fondi azionari (-2,45 miliardi dopo -116 milioni) e dai flessibili (-2,24 miliardi dopo -2 miliardi), i risparmiatori si sono indirizzati su scelte ritenute meno rischiose, privilegiando i fondi obbligazionari (+1,47 miliardi dopo +8 milioni) e monetari (+1 miliardo dopo -694 milioni), pur continuando a mostrare interesse anche per i bilanciati (+695 milioni dopo +649 milioni). Sotto il profilo della nazionalità i fondi di diritto italiano segnano una raccolta netta negativa per 361 milioni dopo -470 milioni a gennaio, mentre i fondi di diritto estero registrano deflussi per 1,2 miliardi dopo -1,8 miliardi.