Borsa chiusura positiva non salva il bilancio settimanale. Il Ftse Mib da inizio anno ha lasciato sul terreno il 33,07%. Male anche Wall Street ai minimi dal 2008

PALAZZO MEZZANOTTEMilano, 20 marzo – Il bilancio settimanale delle Borse europee resta negativo, nonostante il parziale recupero registrato in chiusura ieri e oggi. Il Ftse Mib chiude la settimana con un calo dell’1,39% rispetto a venerdì scorso, mentre da inizio anno la flessione è del 33,07%. Nel corso della settimana l’indice più penalizzato è il Dax30 di Francoforte (-3,28%), in linea con il Ftse100 di Londra (-3,27%). Da inizio anno i due indici perdono rispettivamente il 32,61% e il 31,18%. Il Cac40 di Parigi nell’ottava ha lasciato sul terreno l’1,69% e da inizio anno il 32,27%, quando l’Ibex35 ha ceduto il 2,81% nella settimana e da inizio anno il 32,53%. Per quanto riguarda lo Stoxx 600 Europe, la flessione settimanale è del 2,05% (-29,53% da inizio anno). I settori più penalizzati dalle vendite nel corso dell’ultima settimana sono quello Viaggi e divertimento (-11,45%) e quello dei Servizi finanziari (-10,27%). Meno in linea la flessione da inizio anno, il primo comparto ha perso il 49,56%, mentre i Servizi finanziari hanno perso il 33,83%.

Male anche Wall Stree. Il Dow Jones scende sotto I 20mila punti e registra la peggior settimana dal 2008. L’indice delle 30 blue chip ha perso circa il 14% da lunedì, mentre l’S&P 500 potrebbe lasciare sul terreno un altro 12% questa settimana dopo aver ceduto l’11,5% in quella precedente. E il Nasdaq, nonostante il rally di ieri, potrebbe fare registrare un calo settimanale di oltre il 10%. A incutere timori sono le restrizioni e le chiusure imposte nello Stato di New York ed in Inghilterra a causa del Covid-19 che continua a diffondersi. I casi nel mondo sono oltre 250mila e i morti hanno oltrepassato quota 11mila. Negli Stati Uniti, i casi sono 15.599 e i decessi 197, stando ai dati della Cnn. A nulla sono servite le mosse delle banche centrali. La Fed ha varato una nuova misure d’urgenza per garantire la liquidità nel mercato dei cosiddetti ‘muni bond’. E, assieme ad altre banche centrali mondiali, si è impegnata a fornire il livello di liquidità in dollari necessario al sistema finanziario.

 

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