Coronavirus. Le banche centrali si preparano a scendere in campo a sostegno dell’economia. De Guindos (Bce): “Restiamo vigili, monitoriamo i dati in arrivo”

Luis de Guindos, economista spagnolo e vice presidente della Bce

Luis de Guindos, economista spagnolo e vice presidente della Bce

Milano, 2 marzo. L’economia la cui crescita è stata messa a repentaglio dall’emergenza presente in 64 Paesi del mondo e che ha già fatto oltre 3mila vittime, ma va detto ci sono stati oltre 50mila guariti, cerca rifugio nelle Banche centrali. Il Presidente della Federal Reserve, Jerome Powell, ha rassicurato i mercati che i fondamentali dell’economia americana sono forti e che si sta monitorando gli effetti dell’epidemia e si è pronti ad intervenire all’occorrenza con misure appropriate al momento. Secondo la maggior parte degli osservatori, già questo mese la Fed potrebbe tagliare di 50 punti base il tasso di interesse sui Fed Funds, che scenderebbe a 1,50% da 1,75%, per rendere sostenere con il credito i consumi. Sarebbe, sempre a giudizio degli osservatori, solo il primo dei tagli, cui ne seguiranno entro l’anno almeno altri due. Anche il Governatore della Bank of Japan, Hariko Kuroda, ha rassicurato i mercati che la propria politica resterà accomodante e sono allo studio ulteriori interventi. 

In Europa, regione che, assieme al Giappone, rischia larecessione, la Bce dispone nel proprio arsenale di molteplici strumenti per adeguare all’occorrenza l’indirizzo della propria politica monetaria, che è rimasta nei fatti piuttosto accomodante.  “Restiamo vigili e monitoreremo da vicino tutti i dati in arrivo. La nostra forward guidance decide l’orientamento della nostra politica monetaria. In ogni caso, il Consiglio direttivo è pronto ad adeguare tutti i suoi strumenti, a seconda delle necessità, per garantire che l’inflazione si muova verso il suo obiettivo in modo sostenuto” ha detto il vicepresidente della Bce, Luis de Guindos, intervenendo a Londra allo European Economics and Financial Centre. “Nelle ultime settimane – ha detto – il coronavirus ha aggiunto un nuovo livello di incertezza alle prospettive di crescita globale e dell’area dell’euro. L’epidemia ha il potenziale per influenzare l’economia dell’area dell’euro attraverso sia il canale della domanda che dell’offerta. La domanda estera dell’eurozona potrebbe essere direttamente colpita a seguito delle misure di quarantena in Cina e della conseguente sospensione delle linee di produzione”. Questo, ha aggiunto De Guindos, “potrebbe influire sulle esportazioni dell’area dell’euro e causare interruzioni nelle catene di approvvigionamento globali e nella produzione di prodotti intermedi. Anche il settore dei servizi dell’area dell’euro potrebbe risentire dei problemi al settore dei viaggi”. “Se il virus si dovesse diffondere ancor più ampiamente – ha concluso il vicepresidente della Bce – le imprese potrebbero essere colpite più direttamente a causa, ad esempio, di ritardi nelle catene di approvvigionamento”. Nel suo intervento, De Guindos ha ribadito che “è ancora necessario un ampio grado di accomodamento monetario”. Lo stimolo in atto – ha spiegato – si sta facendo strada attraverso i gangli dell’economia e dovrebbe sostenere la crescita e la creazione di posti di lavoro, un presupposto fondamentale affinchè l’inflazione si muova verso l’obiettivo di medio termine. “Allo stesso tempo – ha aggiunto – gli elementi di vulnerabilità per la stabilità finanziaria sono aumentati negli ultimi mesi. I mercati finanziari globali sono stati colpiti da crescenti preoccupazioni per la diffusione del virus. Ormai separate dai fondamentali, le valutazioni più elevate di alcune classi di attività potrebbero averle rese più vulnerabili a correzioni disordinate dei prezzi”. La bassa redditività delle banche dell’area dell’euro e l’aumento dell’assunzione di rischi da parte delle non banche continuano ad essere importanti di vulnerabilità nel settore finanziario. “Nel settore bancario, i segnali di una maggiore assunzione di rischi richiedono un attento monitoraggio, così come la ricerca di rendimento e l’aumento del rischio di liquidità nel settore dei fondi di investimento”. “Questo difficile contesto – ha concluso De Guindos – ci ricorda l’importanza che l’Unione europea e monetaria diventi più resistente agli shock avversi. L’unione bancaria rimane incompleta senza l’assicurazione europea sui depositi e sono necessari progressi visibili nell’unione dei mercati dei capitali”.

 

 

 

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