Borsa. Trump striglia la Fed e Big Pharma, Milano evita nel finale la debacle (-1,5%)

PALAZZO MEZZANOTTEMilano, 2 marzo – Donald Trump striglia Fed e Big Pharma e alimenta il rimbalzo di Wall Street (+2,2% il Dow Jones), che a sua volta nell’ultima ora di contrattazioni rimette parzialmente in carreggiata le principali Borse europee dopo i crolli di settimana scorsa legati al Coronavirus. Il presidente americano da una parte ha accusato la Fed di essere lenta ad agire sui tassi (ma Goldman oggi prevede un taglio di 100 punti entro giugno) e dall’altra ha invitato le case farmaceutiche ad accelerare nella ricerca di un vaccino. Così Parigi e Londra hanno chiuso sopra la parità e Milano con un passivo più che dimezzato (-1,5%) rispetto ai minimi di giornata mentre il greggio rimbalza del 3,1% con il Wti sopra 46 dollari: in Europa corrono così i titoli del comparto energetico e le utility, tradizionale comparto rifugio mentre banche e viaggi restano i segmenti più penalizzati. A Piazza Affari le banche restano le più penalizzate sui timori di un aumento delle sofferenze per una frenata dell’economia (a causa del Coronavirus): Bper cede il 5,4% e Banco Bpm oltre il 6%, Unicredit il 4,4%. Giù anche la Juventus (-5,2%) e Salvatore Ferragamo (-3,7%) mentre tra i titoli più brillanti spiccano Terna (+1,3%), Nexi (+1,8%) ed Hera (+0,7%), tiene anche Eni. Lo spread chiude in rialzo ma sotto i 180 punti. Sul fronte dei cambi continua la marcia al rialzo dell’euro nei confronti del dollaro: la moneta unica vale 1,115 dollari (venerdì in chiusura si attestava a 1,10). Vale inoltre 120,4 yen (119,11), mentre il dollaro/yen si attesta a 108.

 

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