UBP. Nel 2020 crescita moderata, ma resta il timore della volatilità. Commento di Norman Villamin

La maggior parte delle aziende ha indicato che il contesto macroeconomico rimane sano, ma permangono diverse preoccupazioni (in particolare l'aumento del costo del lavoro), cui si aggiungono i timori legati al coronavirus

La maggior parte delle aziende ha indicato che il contesto macroeconomico rimane sano, ma permangono diverse preoccupazioni (in particolare l’aumento del costo del lavoro), cui si aggiungono i timori legati al coronavirus

Per il 2020 ci aspettiamo una crescita moderata, sostenuta da una stabilizzazione nei principali Paesi. L’attività industriale e gli investimenti dovrebbero riprendersi progressivamente. Prevediamo che la politica economica continuerà a essere di supporto, cercando nel frattempo di estendere il ciclo economico in un contesto di rischi geopolitici e incertezze legate all’epidemia di Coronavirus. Restiamo costruttivi sui risky asset ma crediamo che gli investitori dovrebbero aspettarsi una crescente volatilità, considerati i venti contrari di breve periodo. Di conseguenza, la gestione del rischio sarà sempre più importante. Guardiamo con interesse alle strategie asimmetriche, comprese le soluzioni strutturate e le opzioni e selezioniamo hedge fund long-short. Ci sono opportunità interessanti anche in obbligazioni con duration lunga e valute rifugio. Per quanto riguarda l’azionario, fondamentalmente, la stagione dei risultati è iniziata in modo costruttivo, con un trend di revisioni al ribasso sugli utili che si sono stabilizzati in tutto il mondo all’inizio del 2020. Tuttavia, le elevate valutazioni azionarie statunitensi sono preoccupanti.

Alla luce di ciò e dell’impatto ancora sconosciuto del coronavirus sulla crescita globale, manteniamo un approccio asimmetrico – cercando di partecipare al rialzo del mercato, mantenendo al contempo una protezione contro gli shock esterni alla crescita e alla fiducia. Continuiamo pertanto ad abbinare la nostra esposizione azionaria direzionale a titoli growth negli Stati Uniti e alle small mid cap in Europa con selezionate strategie di hedge fund long-short, soluzioni strutturate asimmetriche e strategie di opzioni.

La prima metà della stagione degli utili USA ha mostrato che i risultati sono stati nella media. Vale la pena notare, tuttavia, che c’è un grande divario tra gli ottimi risultati e l’orientamento nel settore tecnologico e la percentuale relativamente elevata di mancati guadagni nei settori legati alle materie prime e agli industriali.  La maggior parte delle aziende ha indicato che il contesto macroeconomico rimane sano, ma permangono diverse preoccupazioni (in particolare l’aumento del costo del lavoro), cui si aggiungono i timori legati al coronavirus. Anche i primi risultati europei sono stati rassicuranti; è interessante notare che gli utili mancanti non sono stati puniti severamente dai mercati. Questo si aggiunge alla prova che gli investitori si stanno concentrando sulla prospettiva di un recupero degli utili durante l’anno. Si prevede che nel 2020 gli EPS cresceranno ancora del 9% negli Stati Uniti, in Europa e in Giappone.

I settori più ciclici, come l’industria, i materials, l’energia e i consumi discrezionali, dovrebbero registrare una crescita degli EPS superiore alla media. Il declassamento degli utili in questi settori sembra quasi inevitabile nei prossimi mesi, mentre resta estremamente complicato quantificare l’impatto del coronavirus.

Con le valutazioni del mercato USA molto vicine ai massimi post crisi finanziaria, la vulnerabilità a ogni sorpresa negativa come il recente shock di crescita in Cina è particolarmente elevata.

Inoltre, la diffusione del coronavirus che ha innescato un significativo calo delle quotazioni azionarie, ci spinge alla ricerca di opportunità di acquisto di titoli di alta qualità a livelli interessanti. In Europa, le società con un’ampia esposizione ai mercati interni dovrebbero beneficiare dell’allentamento dell’incertezza Brexit e della prospettiva di uno stimolo fiscale.

Sul fronte obbligazionario, invece, a gennaio abbiamo assistito a un rally e gli spread creditizi si sono ampliati tra i continui timori per la rapida diffusione del coronavirus che potrebbe comportare alcuni rischi al ribasso per la crescita globale. In questo contesto, il rendimento dei Treasury a 10 anni è sceso di 40 punti base ignorando in larga misura il relativo miglioramento dei dati USA e diventando una scelta di copertura contro ogni potenziale impatto sull’economia globale.

Tuttavia, persiste la tesi che la riduzione dei rischi di coda relativi alla Brexit e all’accordo commerciale USA/Cina, uniti alla nuova iniezione di liquidità nei mercati monetari da parte della FED, siano fattori di supporto. Ciò significa che il recente sell-off sui mercati obbligazionari rappresenta un’opportunità in alcuni segmenti. Negli Stati Uniti, l’effetto combinato della dissolvenza dell’ottimismo per la componente CCC (rating nel segmento ad alto rendimento) e le crescenti preoccupazioni per l’epidemia di coronavirus hanno fatto sì che il tema della decompressione HY/IG sia tornato in auge dopo una pausa a dicembre. Di conseguenza, riteniamo vi siano adesso opportunità interessanti nei mercati del credito, soprattutto nel segmento high yield. Tuttavia, i timori crescenti per le valutazioni costose e gli elevati livelli di leva finanziaria nel mercato dei corporate bond, ci portano ad avere un approccio selettivo nell’identificazione di opportunità interessanti sotto il profilo del carry e del roll derivanti dalla ripidità delle curve.

In Europa, il supporto tecnico della BCE e i rendimenti negativi dei titoli di Stato hanno spinto l’estensione della duration e i flussi sui mercati del credito. Riteniamo che questi driver dovrebbero continuare nel breve termine e dovrebbero mantenere gli spread creditizi particolarmente stretti. Sebbene il segmento high grade sia il beneficiario più diretto del rinnovato programma di acquisto della BCE, questa asset class appare potenzialmente vulnerabile in caso di rimbalzo dei tassi di interesse. In tale contesto, preferiamo le obbligazioni ad alto rendimento in euro che offrono un rendimento relativamente interessante.

Infine, i mercati emergenti hanno dimostrato una certa resilienza in questa fase, nonostante il contesto di incertezza. I bond sovrani e corporate in valuta forte sono ancora attraenti in termini di valore relativo e dovrebbero essere i principali beneficiari dell’allentamento delle tensioni commerciali tra gli Stati Uniti e la Cina. Tuttavia, le incerte implicazioni macro del virus, soprattutto in Asia, rimangono sullo sfondo come rischio potenziale.

Norman Villamin, CIO Wealth Management di Union Bancaire Privée (UBP)

 

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