Robeco. Anno nuovo, idee di investimento nuove? I trend dei consumi per il 2020. Commento di Jack Neele e Richard Speetjens

Surfing the net in the cityIl mercato online del cibo a domicilio è relativamente giovane e, dopo un periodo di cospicui investimenti, ha raggiunto una fase di rapido consolidamento, in particolare nei principali mercati della consegna di cibo a domicilio (tra cui Germania, Regno Unito e Corea del Sud). Attività di fusione hanno dato vita ad aziende dominanti in grado di generare margini di profitto consistenti e solidi. A determinare questa transizione è stata soprattutto la bassa redditività di molti operatori del settore, dovuta a una penetrazione ancora piuttosto contenuta e alla forte concorrenza dei tradizionali ordini telefonici. Tuttavia, in aree in cui la concentrazione è elevata e la penetrazione in aumento, i profitti delle aziende sono in rapida crescita. Questo dovrebbe portare ad un’ulteriore concentrazione ed alla comparsa di un ristretto numero di operatori dominanti, in grado di generare profitti a scapito della concorrenza. A prevalere sarà chi riuscirà a contenere il più possibile i costi, sfruttando il basso costo della manodopera nel proprio paese oppure la densità estremamente elevata del proprio network di clienti. In paesi come la Corea del Sud, dove la popolazione è localizzata nelle grandi città, le aziende di consegna di cibo a domicilio sono chiaramente avvantaggiate.

Nei prossimi anni il settore continuerà a crescere e a consolidarsi rapidamente. In media, la penetrazione del food delivery va dal 10% al 12%, mentre in mercati più sviluppati come il Regno Unito e i Paesi Bassi si arriva addirittura al 25%. Di conseguenza, in molti mercati il potenziale di crescita è sostanziale.

Il numero di famiglie in possesso di un animale domestico cresce ovunque nel mondo, così come il denaro speso per i nostri amici a quattro zampe. Per esempio, stando all’ultimo sondaggio dell’American Veterinary Medical Association, negli USA il 55% delle famiglie ha un animale domestico. Inoltre, nel tempo le vendite del settore hanno registrato forti aumenti, anche durante la crisi del 2008-2009. Il costante incremento della spesa al consumo globale per la cura degli animali domestici può essere ricondotto, almeno in parte, alla cosiddetta umanizzazione di questi ultimi. Sempre più spesso, infatti, i consumatori considerano gli animali domestici come membri della famiglia e sono disposti a spendere ingenti somme in cibo e prodotti vari che possano migliorare le loro condizioni di vita.

Un modo per sfruttare questo trend è investire in fornitori di cibo per animali domestici oppure in produttori di vaccini e medicine veterinarie. Queste aziende alimentari e farmaceutiche possono anche non occuparsi esclusivamente di animali domestici ma, in alcuni casi, il segmento pet rappresenta per loro un’ottima fonte di vendite e profitti. E comunque si tratta di attività in forte crescita e a margini elevati. Non sono poi le uniche società a beneficiare di questo trend. Si pensi, ad esempio, alle aziende per la consegna a domicilio di cibo per animali ordinato online. Le confezioni sono spesso voluminose e pesanti, per cui il modello di distribuzione online si addice perfettamente al pet food. Attualmente, negli USA il mercato ha una penetrazione del 15% circa, percentuale che potrebbe facilmente superare il 25% negli anni a venire.

La guerra streaming non è un tema nuovo ma, negli ultimi mesi, abbiamo assistito ad alcune iniziative che potrebbero mescolare le carte in tavola. Se Netflix è da tempo il player dominante, ora anche Apple e Disney offrono servizi analoghi. Queste società vogliono stabilire un legame diretto con i consumatori finali, per aiutarli a decidere dei loro investimenti in termini di contenuto. Naturalmente, una maggiore concorrenza potrebbe ridurre il pricing power nel breve termine. Ma il mercato dovrebbe già avere dimensioni tali da consentire a Disney e Netflix di coesistere. Inoltre, è probabile che un’offerta più diversificata di streaming spinga un numero sempre maggiore di clienti a sostituire l’abbonamento alla TV tradizionale con una combinazione di abbonamenti streaming.

Legati allo streaming sono anche tutti i cambiamenti in atto nel settore della musica. Dopo due decenni di flessione, negli ultimi anni si è finalmente tornati alla crescita, grazie soprattutto al successo di un paio di piattaforme streaming. Tanto che oggi lo streaming genera circa il 45-50% dei ricavi totali dell’industria musicale.

Avere in portafoglio piattaforme streaming o case discografiche è quindi un modo per sfruttare questa ripresa. Ma ce ne sono altri. Per esempio, il radicale cambiamento del modello di business degli artisti e il ricorso allo streaming per promuovere i concerti rendono interessanti anche le aziende che gestiscono le sale o vendono i biglietti online.

Dato il futuro incerto, caratterizzato probabilmente da una crescita economica più lenta, e l’attuale contesto di tassi di interesse estremamente bassi a livello globale, riteniamo che gli investitori dovrebbero concentrarsi sui titoli growth di qualità. Business di elevata qualità, con importanti asset immateriali, bassa intensità del capitale, margini elevati e rendimenti sul capitale superiori, hanno storicamente fatto registrare rendimenti al di sopra della media, offrendo al contempo una protezione dai ribassi in contesti di mercato volatili. Tutti aspetti che, secondo noi, caratterizzano i settori della consegna di cibo a domicilio, della cura e delle spese per gli animali domestici, nonché della musica e dei video in streaming. Ci aspettiamo quindi che questi segmenti mostrino una robusta crescita dei ricavi e degli utili, generando interessanti rendimenti di lungo termine per gli investitori. Inoltre, siamo convinti che le valutazioni sopra la media di queste aziende siano giustificate in considerazione della qualità dei modelli di business, degli alti livelli di crescita degli utili e della sostenibilità del brand.

Jack Neele e Richard Speetjens, Portfolio Manager del Robeco Global Consumer Trends Equities di Robeco

 

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