WisdomTree. L’impatto del Coronavirus sul comparto obbligazionario. Articolo di Kevin Flanagan

FOTO MERCATIÈ un inizio d’anno strano quello che stiamo osservando sui mercati finanziari. In genere, l’attenzione si concentrerebbe sulla Federal Reserve (Fed) o sugli sviluppi economici, ma purtroppo il coronavirus ha rivestito un ruolo centrale all’interno della cronaca. Vogliamo offrire alcuni spunti dal punto di vista del mercato obbligazionario, utilizzando come evento comparativo l’epidemia di SARS, che ha avuto luogo dal novembre 2002 a giugno 2003. 

Innanzitutto, l’episodio della SARS non è avvenuto nel vuoto. Il coronavirus e il conseguente risk-off rappresentano, senza dubbio, il fattore chiave dei recenti sviluppi nel campo del reddito fisso, soprattutto per quanto riguarda i Treasury. Tuttavia, scavando più a fondo si può rilevare come l’episodio della SARS non è stato necessariamente la principale forza trainante dell’andamento dei tassi 17 anni fa. All’epoca, gli investitori stavano ancora affrontando le conseguenze degli attentati dell’11 settembre e gli allarmi legati all’antrace della fine del 2001, nonché lo scandalo della corporate governance (si ricordino Enron e WorldCom). Da un punto di vista macroeconomico, gli Stati Uniti stavano appena uscendo dalla recessione del 2001 e la Fed era nel bel mezzo di un aggressivo ciclo di taglio dei tassi, portando i fondi federali statunitensi dal 6,50% all’1% nel giugno 2003.

Qui alcuni punti chiave del periodo novembre 2002-luglio 2003

  • Il rendimento del Treasury a 10 anni è sceso ad un certo punto di circa 105 punti base, ma ha finito per essere quasi 25 pb più alto del livello di rendimento che è stato pubblicato prima che la notizia della SARS “esplodesse”
  • La curva dei rendimenti a 3 mesi/10 anni si è appiattita ad un certo punto di circa 75 punti base, ma ha terminato con 50 punti base in più rispetto alla rilevazione del novembre 2002
  • Lo spread tra il Treasury a 2 anni e quello a 10 anni si è ridotto solo di poco meno di 15 punti base, ma è stato di 55 pb più ampio alla fine di luglio 2003
  • Il PIL reale degli Stati Uniti è sceso ad un livello minimo di +0,6% nel 4° trimestre 2002, ma è tornato a +7,0% nel 3° trimestre 2003
  • Gli spread dei bond investment grade e delle obbligazioni ad alto rendimento negli Stati Uniti hanno seguito una traiettoria decrescente, restringendosi rispettivamente di 84 e 365 punti base

Qui alcuni punti chiave del periodo attuale

  • Il rendimento dei Treasury a 10 anni è sceso di circa 30 punti base da quando sono cominciate le notizie sul coronavirus
  • La curva dei Treasury a 3 mesi/10 anni si è ridotta analogamente di 30 punti base, riflettendo il già citato calo del rendimento a 10 anni, ed è ora invertita di nuovo a -2 punti base
  • La curva dei Treasury a 2 /10 anni si è appiattita di 6 punti base arrivando a +19 punti base
  • Gli spread degli Investment Grade (IG) sono aumentato in maniera modesta di 5 pb mentre gli spread dei bond High Yield (HY) si sono allargati di oltre 65 pb

Certamente, l’economia cinese ha un’influenza globale molto maggiore di quella che aveva 17 anni fa. Non c’è dubbio che questa epidemia avrà un impatto negativo sul PIL cinese e, per estensione, sulla crescita globale. Le stime sembrano incentrate su una resistenza di circa 0,5-1,0 punti percentuali per la Cina e di 0,2-0,3 punti percentuali per le prospettive globali, nell’ipotesi che si raggiunga un picco nel primo trimestre. Benché gli Stati Uniti non siano isolati, l’impatto sul PIL reale dovrebbe essere solo di un paio di punti percentuali in questo momento. In effetti, il commercio complessivo degli Stati Uniti con la Cina ha un peso relativamente limitato, se considerato come percentuale del PIL.

Una volta che il coronavirus avrà raggiunto il suo picco, prevediamo che la storia si ripeterà sul mercato dei Treasury americani con il rendimento a 10 anni che si avvicinerà al 2% e le curve di rendimento di cui sopra che si irripidiranno di nuovo e, nel caso della curva 3 mesi/10 anni, ritornerà in territorio positivo. Anche gli spread HY potrebbero subire un certo restringimento rispetto ai livelli attuali.

Qualsiasi rallentamento dell’economia con ogni probabilità si invertirà nel futuro, e in parte ciò avverrà anche nei trimestri successivi. Per quanto riguarda la Fed, la riunione del Federal Open Market Committee di gennaio ha sottolineato come la politica sui tassi sia on-hold, nonostante i Fed Funds Futures abbiano prezzato due tagli dei tassi per quest’anno

Di Kevin Flanagan, Head of Fixed Income Strategy, WisdomTree

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