Amundi. La Brexit pesa ancora sulla sterlina, ma la dinamica di tassi e azioni potrebbe normalizzarsi

Sterline inglesi

Sterline inglesi

Prossimi passi e ricaduta economica: ora che il Regno Unito è ufficialmente fuori dall’UE, si è aperta una nuova fase, nella quale i funzionari del Regno Unito dovranno negoziare un accordo commerciale con l’UE per evitare di ritrovarsi sul “precipizio Brexit” a fine 2020. Il tempo a disposizione è limitato, ma è possibile un accordo sul fronte commerciale, un’altra estensione o una combinazione dei due. I negoziati dovrebbero semplificarsi ora che il Regno Unito è in grado di fare affidamento su una solida maggioranza parlamentare, mentre l’UE non può più sperare che il Regno Unito rimanga a farne parte. L’anno scorso la possibilità di mantenere il Regno Unito nell’UE avrebbe potuto fungere da incentivo per gli europei a non offrire un accordo accettabile. Inoltre, nonostante i toni aspri, il Primo Ministro britannico Boris Johnson si è dimostrato pragmatico nella strategia di negoziazione nel 2019, e questo pragmatismo potrebbe facilitare di nuovo un accordo quest’anno. Tuttavia, ci saranno ulteriori momenti di incertezza legati al “precipizio Brexit” prima che venga trovata una soluzione. Nel frattempo, è improbabile che un accordo commerciale tra Stati Uniti e Regno Unito venga negoziato quest’anno, ciò che accadrà l’anno prossimo dipenderà dall’esito delle elezioni presidenziali negli Stati Uniti. Se Donald Trump venisse rieletto, un accordo potrebbe essere leggermente più probabile, mentre un presidente democratico potrebbe sentirsi meno in linea con le opinioni di Johnson. La crescita del Pil del Regno Unito è prevista all’1,1% quest’anno e all’1,4% nel 2021, da una stima dell’1,3% nel 2019. Si tratta di una prospettiva leggermente migliore rispetto all’Eurozona poiché il Regno Unito beneficia dello stimolo fiscale annunciato, che potrebbe cambiare le regole del gioco per l’economia britannica. Nel più lungo periodo, prevediamo che la Brexit comprometta leggermente il trend di crescita britannico con un mercato del lavoro e dinamiche di produttività meno vigorosi. Tuttavia, la crescita potenziale della Gran Bretagna rimarrà leggermente più forte di quella dell’UE, grazie alle tendenze demografiche e anche al fatto che il Regno Unito rimane un’economia generalmente più favorevole alla concorrenza e all’innovazione. Implicazioni sugli investimenti: nel reddito fisso, il Gilt a 10 anni ha valutazioni elevate, sia in termini assoluti sia rispetto ai titoli di Stato di altri mercati sviluppati. Riteniamo che la curva dei rendimenti del Regno Unito registrerà un brusco irripidimento poiché prevediamo sorprese di upside dai dati dei sondaggi precedentemente negativi, bassa disoccupazione e prospettive di aumento delle emissioni a causa della maggiore spesa fiscale. Puntare sul movimento della curva potrebbe essere una fonte di valore per gli investitori obbligazionari in un contesto di bassi rendimenti, in particolare con molte banche centrali attualmente in fase attendista. Più in generale, prevediamo un certo appiattimento della curva in paesi come Giappone, Europa e Australia, mentre prevediamo un irripidimento della curva in mercati come il Canada, dove la banca centrale non ha tagliato i tassi. Nel mercato valutario, la sterlina probabilmente si deprezzerà nel 2020, colpita da possibili flussi di notizie negative sui negoziati in corso e sulla retorica accomodante della Bank of England (BoE). In merito all’azionario, il mercato del Regno Unito ha valutazioni interessanti rispetto ai suoi fondamentali e sembra attraente nel lungo termine. Lo riteniamo un’opportunità di acquisto, soprattutto in relazione a titoli orientati al mercato interno, per i quali il profilo di rischio / rendimento è più interessante.

Kasper Elmgre Head of Equities, Jacques Keller
Global Bonds Portfolio Manager e Tristan Perrier Senior Economist di
AMUNDI.

 

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