Outlook Fmi. Conferma la crescita dell’Italia a +0,5% nel 2020 e + 0,7% nel 2021. L’economia globale avanzerà a ritmo blando: + 3,3% nel 2020 e + 3,4% nel 2021. I Paesi con spazi fiscali investano, quelli con alto debito consolidino i conti per parare il colpo in caso di nuova recessione

fondo-monetario-internazionaleMilano, 20 gennaio – Il Pil italiano crescerà al ritmo dello 0,5% nel 2020 e dello 0,7% nel 2021 dopo il rialzo dello 0,2% registrato per il 2019. E’ quanto prevedono le nuove stime pubblicate oggi a Davos dal Fondo Monetario Internazionale nell’aggiornamento al World Economic Outlook. Rispetto a ottobre, viene confermata la proiezione per l’anno in corso mentre la stima per il 2021 è inferiore di un decimo. Per l’intera Eurozona, gli esperti del Fondo vedono una crescita dell’1,3% nel 2020 (-0,1% rispetto ad ottobre) e dell’1,4% nel 2021 (invariata). Fra le principali economie dell’Eurozona, da segnalare che è la Spagna a poter contare sulle proiezioni migliori con una crescita attesa all’1,6% in entrambi gli anni mentre per la Germania gli esperti del Fondo vedono un +1,1% nel 2020 (-0,1%) e dell’1,4% nel 2021. Crescita stabile all’1,3% in entrambi gli anni infine per la Francia (stime invariate rispetto a ottobre) e il Regno Unito per cui vengono confermate le stime di tre mesi fa, a +1,4% quest’anno e +1,5% il prossimo.

Quanto all’economia globale L’economia dovrebbe accelerare dal 2,9% previsto come dato finale per il 2019 al 3,3% nel 2020 e al 3,4% nel 2021. Rispetto a ottobre, quando gli esperti del fondo avevano parlato di ‘rallentamento sincronizzato’, le nuove stime sono in realtà inferiori di un decimo per il 2020 e di due decimi per il 2021 ma questo è dovuto soprattutto all’andamento di alcuni mercati emergenti. ‘La revisione al ribasso riflette primariamente le sorprese negative all’attività economica in alcune economie emergenti, in particolare in India – si legge nel rapporto – il che ha portato a una rivalutazione delle prospettive di crescita per i prossimi due anni. In alcuni casi, la rivalutazione riflette anche l’impatto delle maggiori tensioni sociali’. Fra gli elementi positivi, il Fondo rileva come il sentimento dei mercati abbia ricevuto sostegno da segnali che sembrano indicare la fine della fase discendente dell’attività manifatturiera e del commercio globale, un passaggio generalizzato verso una politica monetaria accomodante, le notizie intermittenti sui negoziati Usa-Cina e i minori timori di una Brexit no-deal. Tutti questi segnali hanno portato a una riduzione della posizione di fuga dal rischio che era aveva trovato espressione in occasione dell’aggiornamento al Weo di ottobre’. I paesi avanzati con spazio fiscale a disposizione aumentino spese a favore della produttività mentre quelli con un alto livello del debito provvedano a consolidare i conti per prepararsi alla prossima recessione e all’aumento delle spese per i programmi pensionistici. E’ questo il consiglio del FMI ai Paesi. “Considerando il modesto potenziale di crescita in tutto il gruppo delle economie avanzate – si legge nel rapporto – i Paesi che dispongono di spazio fiscale dovrebbero aumentare la spesa per iniziative che aumentano la crescita della produttività tra cui ricerca, formazione e infrastrutture fisiche. Salvo laddove la domanda privata sia molto debole, i paesi ad alto debito dovrebbero di massima consolidare i conti per prepararsi alla prossima recessione e alla crescita delle spese pensionistiche nell’arco dei prossimi anni”. Con i tassi di interesse in molte economie avanzate vicini ormai al limite inferiore effettivo – sottolinea il Fmi – lo spazio a disposizione della politica monetaria per combattere ulteriori cali di crescita è limitato. “I paesi con spazio fiscale e in cui la politica fiscale non è già eccessivamente espansiva – prosegue il rapporto – possono fare maggiormente affidamento sugli stimoli fiscali per sostenere la domanda in caso di necessità.

 

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