Aberdeen SI. Asset allocation strategica: la nuova frontiera dell’ESG. Commento di Craig Mackenzie

investimenti-sostenibiliMolti investitori si avvalgono di un processo di asset allocation strategica (SAA) per costruire i propri portafogli orientati al lungo periodo. Quale ruolo dovrebbero avere le tematiche ambientali, sociali e di governance (ESG) in questo processo? A nostro avviso, SAA ed ESG sono strettamente correlati tra loro. I cambiamenti in atto a livello sociale e ambientale dovrebbero influire sul modo in cui allochiamo il capitale per generare rendimenti a lungo termine. Il rapporto è reciproco: l’asset allocation strategica può indirizzare i capitali privati dove sono maggiormente necessari al fine di alleviare le problematiche sociali o ambientali più pressanti.

Consideriamo innanzitutto la “E” di ESG, ossia il fattore ambientale. Le problematiche ambientali rappresentano un rischio crescente per gli investitori. Il riscaldamento globale comporta dei rischi fisici a lungo termine e altri rischi più immediati legati al passaggio dai combustibili fossili alle alternative a basso impatto di carbonio nel settore dell’energia. Tali rischi influiranno sulla performance di alcune asset class in diversi modi. Ad esempio, il settore immobiliare e quello delle infrastrutture sono particolarmente a rischio nelle aree più vulnerabili a inondazioni, tempeste e incendi boschivi. I rischi fisici legati al clima hanno delle implicazioni anche per il settore assicurativo. Inoltre, i servizi di pubblica utilità nel settore dell’energia, il settore del petrolio e del gas, i trasporti e alcune attività industriali potrebbero essere penalizzati dall’abbandono dei combustibili fossili.

Va poi considerata la “S” di ESG: il fattore sociale. Ad oggi, il problema più grande per l’asset allocation strategica è forse il fatto che i tassi di interesse rimangono ostinatamente ridotti, con ovvie conseguenze per i rendimenti a lungo termine dei titoli di Stato. Secondo molti economisti, la ragione sarebbe l’“eccesso di risparmio” cronico: fondamentalmente i risparmi globali sono troppi rispetto alle opportunità di investimento disponibili, e questo spinge al ribasso i tassi di interesse. Le cause di tale eccesso di risparmio sono molteplici, ma tra le più importanti vanno citati due fattori sociali: l’invecchiamento della popolazione e la disparità di reddito.

Anche la corporate governance, ossia la “G” di ESG, è rilevante ai fini della SAA. L’evento che ha inciso maggiormente sulle quotazioni degli asset negli ultimi 80 anni – ossia la crisi finanziaria globale – è in gran parte attribuibile ad alcune mancanze sistematiche a livello di governance nel settore bancario globale. Una delle lezioni che abbiamo appreso dalla crisi è la necessità che gli investitori orientati al lungo periodo facciano più attenzione ai rischi di governance sistematici.

Gli investitori in genere pensano all’asset allocation in termini di rendimenti dell’investimento, ma le decisioni relative all’allocazione dei capitali possono ripercuotersi anche sul piano economico e sociale. Una caratteristica che accomuna molte delle sfide più impegnative è che le soluzioni richiedono un flusso crescente di capitali privati. L’esempio più rilevante in tal senso è il cambiamento climatico. Per raggiungere gli obiettivi definiti nell’accordo sul clima di Parigi del 2015, gli investitori dovranno investire altri USD1.500 miliardi l’anno in progetti focalizzati sull’energia rinnovabile e in altri progetti a basso impatto di carbonio.

È necessario un aumento dei flussi di capitali anche per raggiungere gli altri Obiettivi di sviluppo sostenibile dell’ONU, ossia accelerare lo sviluppo nei paesi poveri e tutelare un ecosistema sempre più fragile (gestendo problematiche come l’inquinamento atmosferico e la scarsità d’acqua). Maggiori investimenti di capitali sono inoltre parte integrante della soluzione al declino relativo delle regioni meno evolute nell’ambito delle economie sviluppate, poiché ridimensionano le conseguenze politiche destabilizzanti della disparità economica. Il cambiamento climatico rappresenta un ottimo banco di prova per potenziare l’impatto della SAA. Gli investitori possono utilizzare i mercati azionari e obbligazionari per investire in società e progetti che offrono soluzioni di trasporto ed energia a basso impatto di carbonio. L’azionario legato alle infrastrutture rinnovabili, le obbligazioni verdi e gli immobili sostenibili offrono ulteriori possibilità per l’investimento a impatto ambientale.

In Aberdeen Standard Investments, abbiamo costruito tre portafogli modello caratterizzati da allocazioni diverse ai fattori ESG. Si va da un portafoglio azionario/obbligazionario tradizionale con un’allocazione stimata pari al 3% al cambiamento climatico, a un portafoglio più diversificato caratterizzato da un’allocazione pari al 7%, fino a un portafoglio climate-aligned con il 20% circa degli asset investiti in soluzioni al problema del clima. La nostra ricerca dimostra che questi portafogli offrono un profilo di rischio/rendimento piuttosto simile, ma hanno un impatto sul mondo reale molto diverso.

Emerge dunque una possibilità interessante: il processo di SAA può essere modificato allo scopo di costruire portafogli strategici con allocazioni di capitale atte a finanziare la transizione energetica nettamente più elevate, senza per questo sacrificare i rendimenti attesi ponderati per il rischio. Adottando tale approccio, gli investitori potrebbero contribuire a colmare il divario di finanziamento esistente senza tuttavia compromettere i rendimenti degli investimenti o andare contro le limitazioni fiduciarie e normative.

Per massimizzare il suo effetto, questa versione ad alto impatto della SAA deve essere coordinata con una politica pubblica più ambiziosa e con l’impegno ad accelerare il cambiamento tecnologico e stimolare l’ingegnosità degli investitori. Tutto questo richiede un cambiamento a livello di mentalità: gli investitori devono realizzare che non sono solo chiamati a rispondere passivamente alle forze di mercato, ma possono svolgere un ruolo attivo nel plasmare un futuro più prospero e sostenibile.

Se gli investitori decidono di integrare i fattori ESG, devono considerare come tali fattori influiscono sui rendimenti degli investimenti a lungo termine. Il nostro lavoro dimostra che i fattori ESG sono tra i principali motori dei rendimenti a lungo termine e meritano dunque di essere integrati nel processo di asset allocation strategica. Un’analisi di allocazione degli asset capace di integrare efficacemente i fattori ESG dovrebbe produrre rendimenti ponderati per il rischio migliori.

Ma una SAA che integra i fattori ESG offre agli investitori un’opportunità ancora più interessante. Molte delle problematiche più complesse al mondo derivano dall’insufficienza dei capitali investiti. Tramite il processo di asset allocation strategica è possibile iniziare a porre rimedio a questa situazione, in modo che gli investitori possano canalizzare i capitali per incrementarne l’impatto sul mondo reale. L’asset allocation strategica consente agli investitori di farlo in maniera rigorosa, tale da non compromettere i rendimenti attesi.

Craig Mackenzie, Head of Strategic Asset Allocation, Aberdeen Standard Investments

 

 

 

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