Capital Group. La risposta all’invecchiamento della popolazione in Giappone è l’aumento della produttività. Commento di Christophe Braun

Il premier del Giappone, Shinzo Abe

Il premier del Giappone, Shinzo Abe

L’impatto dell’invecchiamento della forza lavoro, ulteriormente amplificato dal calo demografico, può essere percepito in tutto il tessuto sociale ed economico del Giappone. La spesa pubblica per le pensioni e l’assistenza sanitaria è aumentata e coincide con gli sforzi delle autorità volti a rilanciare l’economia nazionale, soprattutto attraverso investimenti in infrastrutture. Il governo sta quindi accumulando un’enorme quantità di debito e ha fatto sempre più affidamento sulla Bank of Japan per assorbirne l’offerta. Negli ultimi anni è stato registrato un notevole cambiamento nel tono politico generale del Paese con le “tre frecce” dell’Abenomics, ossia allentamento monetario, stimoli fiscali e riforme strutturali, che si sono trasformate in un più ampio piano pro crescita finalizzato ad affrontare i problemi socio-economici. 

Diversi dati indicano che il Giappone continua a essere in ritardo rispetto ad alcune delle principali economie in termini di produttività complessiva. Le statistiche dell’OCSE mostrano che la crescita del PIL reale pro capite del Giappone, che misura la produttività dell’economia, è stata in media del 2,9% all’anno negli ultimi 20 anni,[1]percentuale inferiore al 3,3% registrato negli Stati Uniti e al 3,6% registrato in Germania nello stesso periodo. Quindi, non solo la popolazione giapponese invecchia e diminuisce, ma quella attiva risulta meno produttiva delle controparti statunitensi e tedesche.

Il Giappone risulta avere un livello di input di lavoro molto più elevato, il che corrisponde alla famosa cultura nazionale della lunga giornata lavorativa, ma rispetto alle controparti con reddito elevato è in ritardo sia in termini di reddito pro capite sia di produttività del lavoro. Tuttavia, ciò non significa che l’intera popolazione giapponese sia indietro in termini di produttività poiché all’interno del Paese c’è una netta separazione tra due delle  maggiori componenti dell’economia, ossia il settore manifatturiero e quello non manifatturiero.

In parte ciò è dovuto ai diversi livelli di investimento poiché negli ultimi anni la crescita della spesa in conto capitale nel settore dei servizi (elemento importante del settore non manifatturiero in Giappone) è rimasta in gran parte stagnante.

Infatti, il capitale produttivo impiegato per un lavoratore non manifatturiero è sceso da 24 a 20 milioni di yen dal 1997 al 2017. Al contrario, il manifatturiero ha registrato un costante aumento della spesa in conto capitale, che è passata da 20 a 26 milioni di yen nello stesso periodo.[2]

Questi dati indicano che per un Paese come il Giappone, con una popolazione che invecchia e diminuisce, il miglioramento della produttività deve avvenire tramite un incremento della spesa e degli investimenti, soprattutto per le infrastrutture critiche. La spesa per il capitale umano è altrettanto importante, anche se non in termini di assunzione di un maggior numero di lavoratori, ma di miglioramento della capacità della forza lavoro nell’utilizzare le ultime tecnologie. Se la popolazione cala, questa deve diventare più qualificata per compensare i cambiamenti nella forza lavoro.

La governance societaria e i rendimenti degli azionisti sono in miglioramento, mentre la spesa in conto capitale delle società giapponesi è aumentata del 6,1% su base annua nel primo trimestre del 2019, per il decimo trimestre consecutivo. Ma soprattutto, il forte slancio è trainato dalla domanda di rinnovamento delle vecchie attrezzature e dall’aumento degli investimenti nell’automazione e in altre tecnologie finalizzate al risparmio di manodopera.

Molte imprese giapponesi, in particolare quelle del settore dei servizi, si stanno ora impegnando maggiormente per introdurre tecnologie dell’informazione e della comunicazione, robotica e strumenti cloud all’avanguardia. Diversi retailer, per esempio, hanno finalmente iniziato a stabilire strategie multicanale, associando piattaforme di e-commerce ai punti vendita tradizionali per creare un’esperienza olistica di shopping prevalente in altre economie sviluppate.

Anche il settore sanitario si sta muovendo con l’investimento nei big data per offrire cure mediche, check-up e trattamenti personalizzati, e la crescente maturità delle tecnologie di guida autonoma e Mobility-as-a-Service potrebbe cambiare radicalmente i servizi di trasporto del Paese.

La combinazione di una popolazione che invecchia e di una governance societaria più forte incoraggerà probabilmente un maggior numero di imprese giapponesi a investire nell’innovazione. La riduzione della forza lavoro incoraggerà un incremento dell’efficienza delle imprese e aumenterà la domanda di lavoratori più qualificati per massimizzare il potenziale dei progressi tecnologici.

Christophe Braun – Direttore degli investimenti di Capital Group

 

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