L’Italia non riparte. Il 2019 un anno perduto per la crescita

Il Presidente del Consiglio dei ministri, Giuseppe Conte e il ministro dell'Economia e delle Finanze, Roberto Gualtieri

Il Presidente del Consiglio dei ministri, Giuseppe Conte e il ministro dell’Economia e delle Finanze, Roberto Gualtieri

L’Italia fatica a ripartire e si appresta ad archiviare il 2019 con una crescita praticamente nulla, più bassa del 2018 e del 2017. Guardando al futuro, l’anno prossimo l’economia dovrebbe accelerare, ma di poco. Questo il quadro che emerge dalle ultime stime dell’Istat, diffuse oggi: quest’anno il Prodotto interno lordo (Pil) tricolore è previsto aumentare dello 0,2% in termini reali, in deciso rallentamento rispetto all’anno scorso, quando era salito dello 0,8%, e anche rispetto al 2017, quando si era assistitito a un +1,7%. La crescita del Pil potrebbe accelerare leggermente nel 2020, con un +0,6% stimato.

Numeri che se confrontati con quelli europei evidenziano la debolezza dell’economia italiana. In base alle previsioni di autunno della Commissione europea, il Pil dell’area euro è atteso crescere dell’1,1% quest’anno (in decisa decelerazione dall’1,9% nel 2018) e poi stabilizzarsi l’anno successivo (+1,2%).

Nel biennio di previsione, la crescita dei consumi interni è prevista in lieve rallentamento rispetto agli anni precedenti (+0,6% in entrambi gli anni). Anche gli investimenti fissi mostrano un profilo in rallentamento, con tassi pari a +2,2% nel 2019 e +1,7% nel 2020. Segnali di miglioramento si vedrebbero solo sul fronte lavoro, con il tasso di disoccupazione che segnerebbe un deciso miglioramento nell’anno corrente (10%) per poi scendere marginalmente nell’anno successivo (9,9%).
Sul recupero dell’economia italiana pesano alcuni fattori, tra cui la guerra commerciale intrapresa dagli Stati Uniti, ma anche le tensioni geopolitiche. “L’attuale scenario di previsione – avverte l’Istat – è caratterizzato da alcuni rischi rappresentati da possibili evoluzioni negative dei conflitti tariffari e delle turbolenze geopolitiche con riflessi sfavorevoli sull’evoluzione del commercio internazionale e sul livello di incertezza degli operatori”.

“Il Paese è fermo. Non solo siamo sempre ai soliti rialzi dello zero virgola, ma questi sono addirittura inferiori sia rispetto al 2018 che al 2017. Dal Pil alla spesa delle famiglie, dagli investimenti fissi alle esportazioni, non c’è una sola componente che migliori rispetto al recente passato. Insomma, di male in peggio. Solo il tasso di disoccupazione cala”. E’ il commento di Massimiliano Dona, presidente dell’Unione Nazionale Consumatori.

Le prospettive per l’economia italiana snocciolate dall’Istat sono “estremamente preoccupanti”, per il Codacons che sottolinea il pesante stallo dei consumi delle famiglie. “I dati dimostrano lo stallo dei consumi che caratterizza il nostro paese, dove tra le famiglie regna sfiducia e incertezza che portano a rimandare gli acquisti a beneficio del risparmio, con effetti negativi su industria, commercio e Pil”, ha evidenziato il presidente di Codacons, Carlo Rienzi.

 

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