J. P. Morgan AM. Bund Bolletin. Le tensioni commerciali ostacolano la crescita delle valutazioni?

FOTO OBBLIGAZIONARIOGli ultimi dati macroeconomici hanno evidenziato un miglioramento. L’indice globale dei responsabili degli acquisti del settore manifatturiero (PMI) sta salendo verso i 50 punti, mentre negli Stati Uniti l’ultima indagine della Fed di Filadelfia sulla fiducia delle imprese ha rilevato una situazione nel complesso buona, malgrado una certa debolezza dell’attività sottostante. Le componenti dell’indice dedicate all’attività futura continuano a segnalare aspettative di crescita positive da parte delle aziende per i prossimi sei mesi. Anche nel settore manifatturiero europeo gli ultimi sviluppi appaiono incoraggianti. In base all’ultima indagine Ifo, la fiducia delle imprese tedesche mostra segni di miglioramento, mentre gli indici PMI dell’Eurozona hanno registrato un lieve rialzo per il secondo mese consecutivo. Malgrado questi sviluppi positivi, i dati economici si limitano a confermare le aspettative del mercato, senza superarle. Le tensioni commerciali che da tempo dominano il flusso di notizie sono il fattore che, in ultima analisi, continuerà a esercitare l’influsso determinante sull’andamento dei mercati. I mercati prevedono che l’introduzione dei dazi doganali in programma per il 15 dicembre verrà rimandata e che l’accordo commerciale di “Fase 1” tra Stati Uniti e Cina sarà concluso alla fine di quest’anno o all’inizio del prossimo. Tuttavia, è necessaria maggiore chiarezza sugli accordi di seconda e terza fase, dove saranno definiti i dettagli più importanti come la protezione dei diritti intellettuali.

Dopo aver toccato i minimi dell’anno in corso a quota 1,46% agli inizi di settembre, i rendimenti dei Treasury decennali si sono mossi in un intervallo relativamente ristretto, salendo di recente sul massimo di 1,94%, e attestandosi al momento all’1,74%. Anche le valutazioni degli attivi più rischiosi sono rimaste relativamente stabili, se si escludono i titoli degli emittenti in difficoltà. Ad esempio, escludendo le obbligazioni societarie in sofferenza dallo spread complessivo dell’indice High Yield europeo, le valutazioni non sono lontane dai massimi dell’ottobre 2017, e anche se quest’anno gli investitori hanno mostrato scarso interesse nei confronti degli emittenti più rischiosi, il loro contributo ai rendimenti del segmento è stato consistente. Questo mese, la metà dei rendimenti dell’indice è stata generata da cinque emissioni, tutte di emittenti in difficoltà. Anche i rendimenti dei titoli di Stato dei Mercati Emergenti sono stati trainati da Paesi in difficoltà come il Libano e l’Ecuador (tutti i dati sono aggiornati al 26 novembre).

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