UBP. La crisi politica in Libano rischia di affossarne l’economia. Commento di Koon Chow

Proteste in Libano contro il Primo ministro Hariri

Proteste in Libano contro il Primo ministro Hariri

Da diversi anni ormai, l’economia libanese è cresciuta facendo sempre più affidamento sui depositi esteri nelle banche locali, che vengono utilizzati per acquistare Eurobond e contribuire a sostenere le finanze pubbliche. Quest’anno, poiché la complessità della situazione politica ha impedito di adottare le riforme necessarie, l’afflusso di depositi è rallentato. I prezzi degli Eurobond libanesi sono calati bruscamente negli ultimi mesi, per la convergenza di un elevato debito pubblico (149% del PIL lo scorso anno), di un deficit di bilancio di circa -9% del PIL, e della riduzione dei flussi di depositi volti a finanziare il deficit. Ciò ha messo a dura prova il sistema e ha costretto il governo a ricorrere a una serie di misure alternative per generare entrate, tra cui prelievi sulle banche e una tassa sui social media, con quest’ultima che ha suscitato proteste in tutto il paese. La tassa è stata rapidamente abolita, ma il malcontento continua. Le proteste dei manifestanti si concentrano sulla corruzione e sul senso generale di un governo elitario che non migliora le condizioni per la popolazione.

La banca centrale ha già fatto molto per aiutare a finanziare il disavanzo, rendendo più agevole il finanziamento bancario per il disavanzo di bilancio e ha continuamente spinto il governo a migliorare la propria posizione di bilancio. Ma questo ha fatto sì che dei 32 miliardi di Eurobond del Libano, quasi 15 miliardi siano detenuti da banche commerciali libanesi. La stessa banca centrale ha circa 3 miliardi di Eurobond in bilancio.

Intanto i disordini proseguono e le banche sono state chiuse per quasi due settimane mentre il governo è impegnato a cercare una soluzione condivisa. Purtroppo, però, le fratture interne al governo hanno reso tutto questo apparentemente impossibile, portando alle dimissioni di Saad Hariri. In reazione al caos politico, i prezzi delle obbligazioni sono scesi precipitosamente.

All’inizio di quest’anno il nostro team del debito dei mercati emergenti ha ridotto l’esposizione sul Libano, in quanto ha visto rallentare i flussi di depositi e temeva che ciò potesse causare un calo del prezzo delle obbligazioni. Resteremmo in attesa che i prezzi delle obbligazioni scendano ulteriormente per l’acquisto. Ci manteniamo underweight osservando attentamente il mercato.  Quando abbiamo analizzato il valore di recupero delle obbligazioni libanesi, ci siamo ritrovati con un prezzo più basso di quello attuale. Il Libano ha un lungo track record di ripresa, la volontà di far fronte ai propri debiti e gode anche di un forte sostegno internazionale (da Francia, Arabia Saudita e del Gulf Coperation Council), anche se l’incertezza politica rende tutto più complesso. Il Libano può far leva su diversi aspetti promettenti – molto capitale umano, margine per una regolamentazione che possa migliorare l’ambiente imprenditoriale, forte sostegno da parte di donatori stranieri. L’insegnamento della crisi del debito dell’Eurozona è che con un po’ di riforme, la crescita possa riprendersi e l’onere del debito possa essere stabilizzato. Ci auguriamo che sia così, ma finché non ci saranno sviluppi nella regione, dobbiamo restare cauti.

Koon Chow, EM Macro and FX Strategist di Union Bancaire Privée (UBP)

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