FMI. La Brexit senza accordo e il legame tra il debito sovrano e le banche fra gli elementi di rischio per l’Europa

International Monetary Fund CyberattackMilano, 11 ottobre – Fra i rischi al ribasso per l’economia europea vi e’ una possibile uscita senza accordo della Gran Bretagna dalla Ue ma anche il rischio comportato dall’ancora alto legame fra sistema bancario e debito sovrano di alcuni paesi, fra cui l’Italia. E’ quanto si legge nel ‘G-20 report on strong, sustainable, balanced and inclusive report’ diffuso oggi dal Fondo Monetario Internazionale e che – si precisa – non riflette necessariamente le opinioni del consiglio direttivo dell’istituzione di Washington. “Un’uscita no-deal – recita il rapporto – potrebbe causare problemi significativi e perdite di produzione, in particolare nel breve termine con il rischio di ritardi alle dogane, aumenti delle tariffe e dei costi non tariffari oltre che interruzioni delle catene di rifornimento. In altri paesi, ad esempio l’Italia, gli stretti legami fra sistema bancario e debito sovrano, potrebbero pesare sulla fiducia e generare tensioni sui mercati finanziari, qualora la credibilita’ dei piani fiscali di medio termine dovesse venir messa in questione”.

L’Italia è citata anche fra i paesi – insieme ad Argentina, Brasile, India e Sud Africa – che hanno poco e nessun spazio fiscale per varare misure fiscali espansive come invece potrebbero fare, secondo il Fondo, Australia, Germania e Corea. L’Italia compare peraltro fra le nazioni che “beneficerebbero da ulteriori sforzi per ridurre il debito”. “Laddove lo spazio fiscale è limitato – si legge nel rapporto – un approccio in qualche misura più rigido di quello prospettato al momento porterebbe dei benefici. In particolare ulteriori sforzi in prospettiva sono necessari per ridurre il debito pubblico in France, Italia, Sud Africa, Spagna e Stati Uniti) o per continuare la transizione verso un percorso di crescita più sostenibile come in Cina. Paesi invece con spazio fiscale sufficiente trarrebbero vantaggio da un supporto aggiuntivo alla domanda interna, come nel caso della Germania e della Corea. In un altro passaggio sull’accesso al mercato del lavoro e sulla disuguaglianza, vengono messe in evidenza “ridigità strutturali” in alcuni paesi fra cui l’Italia che possono impedire agli ‘outsiders’ di riprendersi da shock avversi come la perdita di un impiego contribuendo ulteriormente alla disuguaglianza.

 

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