Borsa. Timori su manifattura tedesca piegano i listini, a Milano (-1%) giù Juventus e banche

PALAZZO MEZZANOTTEMilano, 23 settembre – Chiusura debole per le Borse europee, spinte in rosso dalle vendite sui settori banche, auto e materie prime. Il Ftse Mib ha perso l’1,01% in linea con il Cac40 a Parigi (-1,05%) e il Dax30 a Francoforte (-1,01%). Pesano sull’andamento dei mercati le tensioni commerciali tra Stati Uniti e Cina, dopo che una delegazione cinese ha accorciato la sua visita negli Usa, rientrando prima del previsto nel Paese asiatico. In questo contesto si inseriscono i dati poco incoraggianti sull’economia tedesca. L’indice Pmi manifatturiero della Germania per il mese di settembre è sceso a 41,4 punti e quello composito a 49,1 punti. La Bundesbank, la banca centrale tedesca, oggi ha rilevato che ‘probabilmente l’economia tedesca è entrata in una lieve recessione tecnica negli ultimi tre mesi fino a settembre’, anche se, ha aggiunto che ciò non significa necessariamente la fine dell’espansione economica della nazione’. Ad ogni modo, è stato rilevato che la Germania è diventata il punto debole economico dell’Europa negli ultimi mesi ‘in quanto il settore manifatturiero orientato all’esportazione è stato frenato dai venti globali di crisi che nascono dalle tensioni commerciali mondiali fino alla Brexit’. Anche il presidente della Banca centrale europea, Mario Draghi, oggi ha parlato della Germania, indicando che è uno dei Paesi più colpiti dal rallentamento dell’economia. In questo contesto, oggi dal Regno Unito è arrivata la notizia del fallimento dello storico gruppo del turismo Thomas Cook, che ha alle spalle 178 anni di vita e rischia di bruciare 22mila posti di lavoro. Il gruppo ha chiesto la sospensione dei titoli quotati a Londra. A Piazza Affari, protagonista in negativo della seduta è stata Juventus (-4,75%), che venerdì dopo la chiusura dei mercati ha annunciato i risultati dell’esercizio 2018-2019, chiuso in perdita per 40 milioni di euro, e un aumento di capitale da 300 milioni. La controllante Exor (-3,33%) si è impegnata a partecipare per la quota di sua competenza, pari a 190 milioni di euro. Sul fronte dei cambi, le notizie dalla Germania hanno contribuito a indebolire l’euro, sceso sotto 1,10 dollari. In chiusura dei mercati europei, la moneta unica passa di mano a 1,0996 dollari (1,1014 in avvio e 1,1053 venerdì sera), e a 118,173 yen (118,67 e 118,75), quando il biglietto verde vale 107,469 yen (107,74 e 107,94). Infine, il prezzo del petrolio sale, con il contratto sul Wti consegna a Novembre in progresso dello 0,2% a 58,21 dollari al barile, quando quello sul Brent del Mare del Nord di pari scadenza è quasi invariato a 64,29 dollari al barile.

 

 

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