Borsa. Milano chiude piatta in linea con l’Europa. Faro su Hong Kong e l’Argentina

Piazza Affari

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Milano, 12 agosto – Chiusura poco mossa per le Borse europee al termine di una seduta incolore. Il Ftse Mib ha chiuso in calo dello 0,3%, quando il Dax30 a Francoforte ha perso lo 0,12% e il Cac40 a Parigi lo 0,33%. Il tentativo di rimbalzo in avvio di contrattazioni è stata una fiammata di breve durata e già prima della metà mattina gli indici del Vecchio Continente hanno invertito la rotta per poi restare deboli per quasi tutta la prima seduta della settimana, che ha visto Tokyo chiusa per festività e Wall Street viaggiare in deciso calo nel pomeriggio. Restano alte le tensioni commerciali tra Stati Uniti e Cina, con il presidente degli Usa, Donald Trump, che venerdì scorso ha dichiarato che il suo Paese non è ancora pronto a un’intesa con Pechino. Ma la vera novità della giornata è che i mercati hanno iniziato a guardare con preoccupazione alle proteste a Hong Kong, che oggi hanno portato alla cancellazione di tutti i voli dalla regione amministrativa speciale della Cina. Pechino è arrivata a dire che i manifestanti – invitati a lasciare il principale terminal dell’aeroporto, occupato da quattro giorni – hanno mostrato segni di “terrorismo”. Alle tensioni in Asia si sono aggiunti forti segnali di incertezza dall’Argentina. Il presidente in carica, Mauricio Macri, ha perso le elezioni primarie e questo ha provocato un forte deprezzamento della valuta locale nei confronti del dollaro e un tonfo della Borsa di Buenos Aires arrivata a perdere quasi il 30%. Hanno risentito della situazione politica in Argentina alcuni titoli italiani molto esposti nell’area, in particolare Tenaris, Saipem e Salini-Impregilo. Intanto, lo spread tra BTp e il decennale tedesco ha chiuso a 234, dopo essere salito in area 240 punti base. I bancari hanno mostrato un andamento volatile per poi chiudere per lo più in terreno negativo. In controtendenza Campari e titoli considerati difensivi come Poste Italiane e Italgas. Sul fronte dei cambi, la moneta unica passa di mano a 1,1222 dollari (1,1186 in avvio e 1,1215 venerdì sera), e 118,18 yen (118,08 e 118,30) con il biglietto verde a 105,31 yen (105,40 e 105,69). La divisa giapponese resta forte nei confronti delle principali valute grazie alla sua caratteristica ‘difensiva’. Il contratto sul petrolio Wti consegna Settembre, infine, scende dello 0,2% a 54,38 dollari al barile.

 

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