Borsa. La crisi di governo mette KO Milano (-2,5%), bene Atlantia (+2,9%)

PALAZZO MEZZANOTTEMilano 9 ago – La crisi di Governo in Italia, formalizzata oggi con la mozione di sfiducia della Lega verso l’esecutivo Conte, getta nell’incertezza gli investitori e innesca le vendite sia sulla Borsa di Milano, che ha chiuso a -2,48%, sia sui titoli di Stato, con lo spread allargatosi di circa 30 punti in un giorno e terminando la seduta a 241 punti, dai 209 punti base della chiusura di ieri. In generale però, tutti i listini azionari sono stati penalizzati nella seduta odierna e hanno toccato i minimi dopo le dichiarazioni di Trump sui rapporti con la Cina: gli Usa non sono pronti per un accordo, ha detto il presidente americano, e anzi gli incontri di settembre potrebbero essere annullati. Queste parole hanno fatto scivolare Wall Street, penalizzato ulteriormente lo yuan cinese (che ha superato i 7,06 per un dollaro) e portato nuove vendite in Europa, in particolare su auto, tecnologici e minerari. Francoforte, Parigi e Madrid hanno ceduto oltre un punto percentuale, mentre Londra (-0,4%) ha limitato il passivo complice la netta correzione della sterlina dopo i dati deludenti sul Pil inglese nel II trimestre e i rumors su una possibile chiamata alle elezioni già in autunno da parte del premier Johnson. Tornando a Piazza Affari, le vendite hanno colpito pesantemente le banche e i gruppi esposti sui titoli di Stato: -9,12% Banco Bpm, -8,4% Ubi, -7% Bper, -6,7% Poste Italiane e -5,1% Unicredit. Male i titoli delle aziende più esposte ai business domestici e con debito elevato (-5,8% Telecom Italia). In controtendenza Atlantia (+2,9%) visto che la probabile caduta del Governo Conte sembra allontanare la revoca delle concessioni autostradali su cui insiste in particolare il Movimento 5 Stelle dopo la tragedia del Ponte Morandi a Genova. Bene anche Moncler con un +2,3%. Sul mercato valutario, euro-dollaro tornato sopra 1,12 dopo le dichiarazioni di Trump, che insiste per un drastico taglio al costo del denaro da parte della Federal Reserve: il cambio segna 1,1215. Petrolio in risalita a 54,2 dollari al barile nel Wti settembre e a 58,58 dollari al barile nel Brent ottobre.

 

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