Capital Group. Il nuovo volto dei mercati emergenti. Commento di Nick Grace

FOTO MERCATI EMERGENTII mercati emergenti hanno subito una profonda trasformazione negli ultimi vent’anni, aumentando non soltanto in termini di dimensioni e di portata, ma anche di complessità.  Il cambiamento è stato duplice. Innanzitutto, le economie e le società nei paesi in via di sviluppo sono maturate e si sono evolute significativamente. In secondo luogo, è cambiata anche la capacità di accedere alle opportunità di crescita dei mercati emergenti attraverso i mercati quotati.In tempi più recenti, l’aumento dei redditi e la riduzione del costo della tecnologia hanno spinto determinate fasce della popolazione ad adeguarsi e adottare la tecnologia, aggiungendo così una vasta gamma di nuovi temi di investimento alle opportunità offerte dai mercati emergenti.

Un esempio in questo senso è l’India, dove il Primo Ministro Narendra Modi, appena rieletto, sostiene la causa di “un’India digitale” e in cui stiamo assistendo a un cambiamento nel modo in cui il settore della vendita al dettaglio viene gestito e strutturato. Ad alto livello, il mercato retail del paese è attualmente valutato a circa 800 miliardi di dollari e consiste prevalentemente nei canali retail tradizionali come i negozi di quartiere e i mercati ortofrutticoli, stando ai nostri dati. Attirate dai potenziali utili offerti da questo enorme mercato, società come Amazon, Walmart e Reliance stanno tutte attuando strategie di e-commerce nella regione, che potrebbero in definitiva determinare una ristrutturazione dei canali di distribuzione tradizionali in India.

Per quanto riguarda l’accessibilità del mercato degli investimenti, probabilmente il cambiamento più significativo è da rilevarsi nella portata con la quale i mercati emergenti hanno aperto le proprie economie agli investimenti stranieri. Il caso più emblematico è ovviamente quello della Cina. Nel 1999 la Cina rappresentava meno dell’1% dell’indice MSCI Emerging Markets. Da allora il paese è salito fino a superare il 30% e con ogni probabilità aumenterà ulteriormente con la crescente inclusione delle A-share. Pechino rappresenta però soltanto una realtà fra le tante; l’universo dei mercati emergenti è ampio ed eterogeneo e interessa l’Asia, l’Africa, l’Europa e l’America del Sud. I paesi di queste regioni hanno visto miglioramenti notevoli dei propri mercati degli investimenti nazionali in termini di profondità e di liquidità. Ovviamente, esistono ancora margini di miglioramento, nonché criticità in termini di trasparenza, corporate governance e barriere normative, ma i passi avanti compiuti sono impressionanti.

Le azioni dei mercati emergenti rappresentano un’interessante asset class, caratterizzata da radicati fattori di crescita elevata, che determinano un potenziale maggiore di generazione di rendimenti superiori rispetto ai mercati sviluppati. Il rovescio della medaglia di questo potenziale di rendimento maggiore consiste tuttavia in una volatilità più elevata. Spesso più vulnerabili alle turbolenze politiche, al comportamento delle banche centrali, alla volatilità valutaria e alle oscillazioni del sentiment, i mercati emergenti possono subire brusche correzioni, che rappresentano un timore diffuso per chi investe nei mercati emergenti.

Un’altra criticità consiste nella serie di opportunità relativamente molto concentrate rappresentate dai componenti degli indici. I mercati emergenti rappresentano un vasto universo, ma gli indici azionari sono dominati da poche grandi società. Ad esempio, i cinque maggiori componenti dell’indice MSCI Emerging Market costituiscono quasi il 20% della ponderazione dell’indice. L’indice presenta inoltre un’elevata concentrazione geografica, essendo composto al 74% da società asiatiche. Queste due criticità tendono a rafforzarsi reciprocamente, aumentando la volatilità e amplificando i ribassi. La diversificazione attraverso una serie di opportunità più ampia può rappresentare uno strumento prezioso per la gestione di entrambe queste criticità.

Importanti fattori di crescita nei mercati emergenti sono i loro interessanti profili demografici e il potenziale più alto di miglioramento della produttività. Con l’aumento delle famiglie che rientrano nella fascia di reddito della classe media, si verifica un cambiamento significativo della loro domanda di beni e servizi. Notiamo un aumento della domanda di beni e servizi sanitari, di servizi finanziari e di beni di consumo di base. Un’area che potrebbe non essere necessariamente associata ai mercati emergenti è tuttavia la crescente domanda di beni di lusso e viaggi globali.

I cittadini dei mercati emergenti si considerano sempre di più cittadini globali e, grazie alla crescente accessibilità dei viaggi aerei per il ceto medio, prevediamo di registrare effetti significativi sul settore dei viaggi e dell’aeronautica. In India, ad esempio, il numero di voli a persona dovrebbe quadruplicare entro il 2037. La

domanda di viaggi nei mercati emergenti con ogni probabilità determinerà una crescita degli utili futuri per le società di viaggio, gli operatori alberghieri, gli aeroporti e i produttori di velivoli. Analogamente, notiamo crescenti segnali di una propensione dei consumatori dei mercati emergenti a spendere non soltanto per le necessità primarie, ma anche per i beni di lusso. L’aumento dei livelli di reddito dei consumatori dei mercati emergenti sta determinando una crescita dei ricavi di numerosi marchi di lusso, soprattutto quelli caratterizzati da una forte fedeltà al marchio. Queste società stanno puntando con successo ai consumatori sempre più maturi dei mercati emergenti, dal momento che i loro gusti stanno iniziando a evolvere verso il lusso legato all’esperienza.

Nick Grace Principal Investment Officer della Strategia New Worlddi Capital Group

Questa voce è stata pubblicata in Economia e contrassegnata con , , , , . Contrassegna il permalink.

Lascia un Commento

L'indirizzo email non verrà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *


due + uno =

È possibile utilizzare questi tag ed attributi XHTML: <a href="" title=""> <abbr title=""> <acronym title=""> <b> <blockquote cite=""> <cite> <code> <del datetime=""> <em> <i> <q cite=""> <strike> <strong>