Natixis. Guerra commerciale, Yuan e Sell-Off dei mercati: come posizionare il portafoglio. Commento di Esty Dwek

Il presidente degli Stati Uniti, Donald Trump e il presidente della Repubblica Popolare Cinese, Xi Jinping

Il presidente degli Stati Uniti, Donald Trump e il presidente della Repubblica Popolare Cinese, Xi Jinping

Trump ha sorpreso i mercati la scorsa settimana annunciando che gli Stati Uniti imporranno nuove tariffe del 10% sui restanti 300 miliardi di dollari di importazioni cinesi a partire dal 1° settembre. L’annuncio è arrivato alla fine di una settimana di trattative personali, e il giorno dopo che la Fed ha tagliato i tassi d’interesse specificando di non essere sul punto di dare l’avvio ad un ciclo completo di alleggerimento. In effetti, si potrebbe quasi pensare che Trump stia spingendo la Fed verso una politica ancora più accomodante, dato che ha indicato le tensioni commerciali come uno dei rischi principali, se non come il principale. La Cina ha reagito con la sospensione delle importazioni di prodotti agricoli statunitensi, favorendo l’indebolimento della propria valuta. È importante sottolineare, tuttavia, che i policy maker cinesi hanno permesso un deprezzamento dello yuan, ma non l’hanno provocato. In altre parole hanno permesso al Renminbi di superare il livello psicologico chiave di 7, senza intervenire per rafforzarlo. Ciononostante, il Tesoro americano ha definito la Cina un “manipolatore di valuta”. I mercati hanno corretto bruscamente, con la mossa amplificata dalla tempistica a sorpresa dell’annuncio, così come una liquidità inferior ad agosto. I rendimenti sono scesi a livelli minimi registrati negli ultimi anni, con il rendimento del Treasury a 10 anni adesso intorno all’1,76%. L’oro è cresciuto, mentre il dollaro si è deprezzato, tranne che nei confronti dello yuan onshore/offshore.

Cosa ci aspettiamo. Il fatto che la People’s Bank of China abbia permesso allo Yuan di attraversare il livello chiave 7 potrebbe essere visto come un segnale della lontanza tra Stati Uniti e Cina nel raggiungimento di un accordo, specialmente se si considera la definizione di “manipolatore di valuta” prontamente richiamato dal Dipartimento del Tesoro americano con una mossa che in passato era stata evitata. Tuttavia, la Cina ha messo il suo ultimo ancoraggio al di sotto di 7, nel tentativo di allentare la tensione. Ci aspettiamo che i policy maker cinesi manterranno la valuta relativamente stabile rispetto ai livelli attuali e non ci aspettiamo una significativa svalutazione. Ci aspettiamo anche qualche ritorsione da parte della Cina se saranno imposti nuovi dazi a settembre, così come stimoli più mirati per gestire il rallentamento nelle difficoltà dell’attuale contesto globale. Identificare la Cina come un manipolatore della valuta significherebbe correre il rischio che gli Stati Uniti possano invocare sanzioni o aumentare in risposta i dazi, ma è improbabile che ciò accada nell’immediato. Se la valuta si stabilizza intorno a 7 o al di sotto di 7, la situazione potrebbe migliorare.

Come abbiamo già detto più volte a Trump non conviene smettere di essere duro con la Cina in questo momento.  Fino a quando non ci sarà un serio costo politico con una crescita molto più debole negli Stati Uniti o un significativo sell off sui mercati, Trump manterrà la sua posizione attuale. Inoltre, il Presidente sembra contare sulla Fed che mitiga i rischi economici con ulteriori tagli dei tassi, aggiungendo un ammortizzatore alla sua disputa commerciale.

La nostra view di base conferma che una sorta di tregua o di accordo possa essere raggiunta nel corso dell’anno o, più probabilmente, all’inizio del 2020, per garantire un contesto economico dignitoso  per le elezioni negli Stati Uniti. Ci aspettiamo inoltre ulteriori pressioni sulla Fed per sostenere l’economia statunitense, anche se oggi non ha bisogno di un maggiore rilassamento – potrebbe accadere nei prossimi mesi. A meno che Trump non decida di sospendere i dazi previsti a settembre, la Fed probabilmente taglierà i tassi nello stesso mese, lasciando la porta aperta anche per dicembre.

Come posizionarsi

Dopo le correzioni brusche di venerdì e lunedì, i mercati hanno dato segnali di stabilizzazione. Tuttavia, è improbabile che questa situazione volatile possa essere risolta nel breve termine, il che implica un’ulteriore volatilità dei mercati e qualche potenziale correzione. Ciononostante, manteniamo una visione relativamente costruttiva sui mercati azionari, a meno di un’ulteriore escalation della guerra commerciale, dato che le aspettative di guadagno erano già state ridotte, la Fed continuerà probabilmente a sostenere i mercati (come le altre principali banche centrali), e se la situazione si deteriorerà troppo, Trump cercherà probabilmente di arrivare una tregua. Il percorso potrebbe tuttavia essere irregolare. I rendimenti obbligazionari si sono ripresi, e potrebbero restringersi un po’ se la situazione dovesse stabilizzarsi, ma non ci aspettiamo nemmeno una forte ripresa. Manteniamo l’esposizione verso le aziende core del portafoglio come protezione. Le attività “porto sicuro”, data la perdurante incertezza, continueranno probabilmente a essere richieste.

Esty Dwek, Head of Global Market Strategy Dynamic Solutions di Natixis Investment Managers

 

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