Borsa. Lunedì nero a Milano (-1,3%) si salvano solo le banche

PALAZZO MEZZANOTTEMilano, 5 agosto – Chiusura in forte rosso per le Borse europee, dopo lo scivolone di venerdì. I mercati continuano a risentire della guerra commerciale tra Stati Uniti e Cina, dopo che nei giorni scorsi il presidente americano, Donald Trump, ha annunciato l’introduzione di dazi al 10% su 300 miliardi di dollari di merci cinesi a partire dal primo settembre. La mossa ha provocato uno scossone della valuta cinese, scesa sul dollaro ai minimi da 11 anni. Come se non bastasse, destano preoccupazione le sommosse ad Hong Kong, importante crocevia di commerci internazionali. Milano (-1,3%) e Madrid (-1,3%) hanno fatto leggermente meglio degli altri mercati europei, mentre Londra ha guidato i ribassi. Lo spread ha chiuso in rialzo a 208,2 punti (+5,3 punti). Piazza Affari è stata puntellata dalle banche, mentre procede la stagione delle trimestrali: sono andate bene le Intesa Sanpaolo, le Bper e le Banco Bpm. Per contro sono state vendute le azioni delle aziende che potrebbero risentire degli effetti negativi della guerra commerciale. Cnh, ad esempio, ha accusato una flessione del 4,2%, risentendo anche delle indiscrezioni in base alle quali Pechino avrebbe chiesto alle aziende statali di sospendere gli acquisti di prodotti agricoli americani. Hanno inoltre fatto male i titoli del lusso e quelli tecnologici, in scia alla performance del Nasdaq. St è andata giù del 4,3%. In Europa sono andate male le azioni dell’auto, travolgendo anche Pirelli, legata a doppio filo al settore. Fca, però, ha arginato i danni allo 0,3%, dopo le indiscrezioni di stampa che lasciano ipotizzare una riapertura dei giochi per un’alleanza del gruppo con la francese Renault. Sul mercato valutario, l’euro si è rafforzato sul biglietto verde: scambia a 1,1179 dollari (da 1,1101). Vale inoltre 118,7 yen (da 118,36), mentre il dollaro-yen è pari a 106,14 (106,6 venerdì alla chiusura dei mercati europei). Il petrolio perde quota: il wti, contratto con consegna a settembre, cede lo 0,45% portandosi a 55,41 dollari al barile.

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