NN IP. Brasile, la riforma pensionistica di Bolsonaro chiave di volta per stabilizzare il paese

Io Presidente del Brasile, Jair Bolsonaro

Io Presidente del Brasile, Jair Bolsonaro

Negli ultimi mesi siamo diventati più ottimisti sulle prospettive del Brasile, che sta facendo passi avanti per mettere in ordine il suo apparato fiscale. Le nostre aspettative per l’approvazione di un disegno di legge sulla riforma pensionistica quest’anno sono state rafforzate il mese scorso da un incontro con il presidente della Camera dei deputati Rodrigo Maia e un piccolo gruppo di investitori. Il disegno di legge include un aumento dell’età pensionabile, che richiederà modifiche alla Costituzione del paese e ha bisogno del sostegno bipartisan del Parlamento per diventare legge. 

La riforma fiscale per il Brasile è davvero fondamentale. Diversi anni di aumento del deficit di spesa hanno spinto le finanze pubbliche al limite, rischiando di ridurre altre voci di spesa come investimenti e l’istruzione nonché comportando il mancato rispetto delle attuali regole sui massimali di spesa negli anni a venire. Le pensioni sono la voce di spesa principale per la previdenza sociale, che già lo scorso anno rappresentava quasi il 40% della spesa del settore pubblico. Il governo ha risposto con un disegno di legge che è stato approvato dalla Commissione speciale della Camera all’inizio di questo mese. Il voto complessivo sul testo principale è stato rapidamente approvato con un margine di gran lunga più ampio di quanto gli analisti si aspettassero. Dopo le votazioni sugli emendamenti, il secondo turno di votazioni è previsto per la prima settimana di agosto. Una procedura simile sarà seguita al Senato prima che il presidente Bolsonaro possa firmare il disegno di legge finale.

Per gli investitori, due fattori sono stati finora rassicuranti. In primo luogo, le modifiche della proposta del governo sono state contenute, preservando la maggior parte dei risparmi attesi. Ora ci aspettiamo una cifra finale compresa tra gli 850 e 900 miliardi di real nei prossimi 10 anni, con risparmi annuali in aumento nel tempo con il passaggio dei pensionati alla nuova struttura. Ciò sarebbe notevolmente superiore alle nostre precedenti previsioni di 500-700 miliardi real e corrisponderebbe a circa il 2% del PIL entro il 2027. In secondo luogo, l’inaspettatamente ampio sostegno al disegno di legge dimostra che le varie fazioni all’interno del potere legislativo e del governo possono ancora lavorare insieme per risolvere questioni importanti. Poiché i deficit fiscali rimarranno elevati nel prossimo futuro, anche dopo l’approvazione della riforma pensionistica, questo sostegno a Bolsonaro rimarrà di fondamentale importanza per ulteriori sforzi quali la riforma fiscale e le privatizzazioni.

L’economia brasiliana è destinata a crescere quest’anno a un tasso inferiore all’1% e farà fatica ad accelerare nel 2020, dato che la stretta fiscale e la debolezza dei mercati globali prevalgono sugli effetti dell’allentamento monetario. Supponendo che la riforma pensionistica venga approvata entro la fine del terzo trimestre, la banca centrale potrebbe tagliare fino a 100 punti base all’inizio del prossimo anno. Questo dovrebbe dar supporto al mercato azionario e obbligazionario locale, incrementando i flussi di portafoglio e contribuendo ad un quadro già robusto del saldo con l’estero. Ma il margine per un’accelerazione della crescita o un apprezzamento del real è limitato.

Queste aspettative hanno avuto un impatto sul posizionamento nei nostri portafogli globali sul debito dei mercati emergenti. Nello spazio delle valute forti, preferiamo il debito emesso da aziende e imprese statali (SOE) al debito sovrano, soprattutto grazie alle micro-riforme del ministro dell’economia Roberto Guedes che hanno avvantaggiato il settore privato. Anche le valutazioni poco interessanti sul debito sovrano giocano un ruolo importante. Per quanto riguarda il debito in valuta locale, abbiamo ridotto l’esposizione ai tassi dopo un lungo periodo di appiattimento, ma stiamo mantenendo un sovrappeso sul real. Ulteriori progressi nelle riforme e primi segnali di ripresa nei dati economici potrebbero riportare la valuta sotto quota 3,6 rispetto al dollaro. Siamo positivi anche sul settore corporate, con l’aspettativa che le riforme sosterranno il sentiment dei consumatori e delle imprese, a vantaggio degli emittenti con una maggiore esposizione alla domanda interna.

Marcelo Assalin, Head of Emerging Market Debt di NN Investment Partners

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