Comgest. Schiarite a Oriente. Commento di Emil Wolter

Il premier indiano Narendra Modi

Il premier indiano Narendra Modi

La transizione della Fed verso una posizione più cauta alla fine di gennaio ha indotto un rally nei mercati dell’area Asia-Pacifico (escluso il Giappone) durato fino all’inizio di maggio, quando la guerra commerciale tra Stati Uniti e Cina è giunta a una nuova impasse. Con i negoziati di fine aprile a Pechino, il mercato aveva sperato in un accordo commerciale. Il miraggio è svanito quando il presidente Trump ha annunciato un nuovo round di incremento dei dazi per un valore di 200 miliardi di dollari di merci cinesi a partire dal 10 maggio 2019. Da allora, il mercato del Dragone si è ripreso lentamente grazie alle rinnovate speranze circa il raggiungimento di un’intesa in occasione del G20 di fine giugno. Nonostante tali tensioni, l’indice MSCI AC Asia Pacific ex Japan è in rialzo del 12,3% in USD (12,7% in EUR) nell’ultimo anno e il mercato cinese del 13% in USD (+13,4% in EUR) come misurato dall’indice MSCI China nel medesimo periodo.

Nella prima metà del 2019 si sono tenute le elezioni in tre Paesi della regione, i cui risultati sono stati accolti positivamente dal mercato. Il mercato più performante è stato quello della Thailandia, dove si sono svolte le prime elezioni democratiche dal colpo di stato militare del 2014 e il generale Prayut è stato confermato primo ministro. Sono sorte perplessità sul processo elettorale, ma alla fine l’esito è stato accettato e ora, con la costituzione del 2017 in vigore, è attesa una minore instabilità politica per il futuro. Questo, insieme all’incoronazione del nuovo re Rama X, dovrebbe contribuire a fornire un ambiente stabile per gli investimenti nel Paese d’ora in avanti. La rielezione a maggio con una solida maggioranza sia di Narendra Modi, in India, che di Jokowi, in Indonesia, sono indice di continuità politica in entrambi i Paesi. Alla notizia i due mercati sono stati investiti da un rally, anche se quelli indonesiani sono stati tra i più deboli della regione a causa delle rinnovate preoccupazioni legate alla valuta e dovute all’ampliamento del deficit commerciale.

Corea e Malesia sono risultati tra i mercati più deboli da inizio anno a causa della mancanza di crescita in entrambe le economie.

Nel primo trimestre Baidu ha registrato la sua prima perdita trimestrale a causa dell’importante spesa finalizzata all’acquisizione di utenti, in quanto la società intende canalizzare gli utenti verso una nuova applicazione. Il che ha senso dal punto di vista strategico. Tuttavia, non pensiamo che il franchise sia ora debole, in quanto i motori di ricerca rimangono molto rilevanti nell’ambito della pubblicità digitale, e Baidu ha sovramonetizzato la propria piattaforma.

Il prezzo delle azioni di Samsonite ha subito un duro colpo in seguito all’annuncio dell’incremento dei dazi da parte degli Stati Uniti dal 10% al 25% a partire dal 10 maggio 2019. Questo ha influenzato gran parte delle vendite di Samsonite nel Paese a stelle e strisce e ha portato la società a ridurre il fatturato previsto per il 2019 dal +5% circa a flat. Per quanto questo sviluppo sia chiaramente negativo per l’azienda, riteniamo che sarà in grado di rafforzare il proprio posizionamento competitivo. Le dimensioni di Samsonite e il forte portafoglio di brand consentiranno all’azienda di spostare la supply chain dalla Cina più velocemente di altre aziende e di approntare un aumento dei prezzi per compensare gli effetti negativi. Rimaniamo convinti della forza del marchio e della rete logistica di Samsonite. Il titolo è a buon mercato con un multiplo prezzo utili pari a 12 volte per i prossimi dodici mesi a fronte del tasso annuo di crescita composto dell’eps da noi calcolato pari al 15%.

Ping An ha riportato un ottimo risultato nel primo trimestre, con una crescita della clientela pari all’11% rispetto all’anno precedente e un aumento del cross-selling dal 29,7% al 34,6%. 3SBio è salita in borsa in quanto gli investitori hanno accordato maggiore fiducia all’elaborazione di farmaci biosimilari dell’azienda, che ha compiuto discreti progressi nella commercializzazione di diversi farmaci.

Oltre la prima metà dell’anno, il contesto degli investimenti sembra più oscuro che mai. Ciò si riflette nell’ampia divergenza di opinioni, non solo tra gli esperti, ma anche all’interno dei mercati stessi.

Da un lato, i mercati obbligazionari hanno sperimentato un forte rally e la curva dei rendimenti ha subito un’inversione, il che suggerisce una prospettiva ciclica difficile e, di fatto, la produzione industriale globale e le PMI del settore manifatturiero si sono notevolmente indebolite dopo il rilancio delle politiche protezionistiche. Al contrario, l’indice MSCI AC World si trova a un passo dai massimi, il che lascia intendere che la fiducia nelle prospettive di crescita futura resta forte.

Con l’M1 Money Supply in Cina che a gennaio ha iniziato a riaccelerare da una base bassa (di crescita a zero anno su anno), il preventivo allentamento della politica monetaria sembra raccogliere un certo successo.

C’è una forte confusione sulle attuali condizioni dell’economia mondiale, e questo ci dice molto poco anche sulle prospettive di un portafoglio concentrato di aziende asiatiche di qualità e in crescita nel lungo periodo. Per comprendere dobbiamo rivolgerci alle aspettative di crescita sugli utili e i dividendi per azione. Grazie a una combinazione di chiari vantaggi competitivi e “venti a favore” derivanti da trend secolari, la visibilità è in realtà piuttosto buona.

Emil Wolter, Gestore del fondo Comgest Growth Asia di Comgest

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