Muzinich&Co. G20. Guerra commerciale Usa-Cina: la vera posta in gioco. Commento di Fabrizio Pagani

Il Presidente degli Stati Uniti, Donald Trump e il Presidente della Repubblica popolare Cinese, Xi Jinping in occasione di un recente incontro

Il Presidente degli Stati Uniti, Donald Trump e il Presidente della Repubblica popolare Cinese, Xi Jinping in occasione di un recente incontro

“Un accordo tra Usa e Cina, anche parziale, che sospenda l’imposizione di nuove tariffe e che sposti in avanti alcuni dei temi in agenda al vertice di Osaka, è possibile. L’impatto sarebbe positivo su mercati finanziari e su economia reale, mitigando i livelli di incertezza delle ultime settimane. Tuttavia, il vaso di Pandora è ormai stato scoperchiato. Negli Stati Uniti, il « wake up to China » è divenuta non solo una sensibilità dell’amministrazione Trump/Pence, ma è ormai condivisa ampiamente da larga parte dell’establishment politico ed economico e dall’opinione pubblica. Dall’altro lato, la Cina sta sviluppando una politica estera più assertiva con gli Stati Uniti ed il mondo. ”Le attuali controversie commerciali sono solamente la punta dell’iceberg di una rivalità molto più profonda: squilibri macroeconomici, innovazione, accesso a materie prime, cybersecurity, sicurezza militare sono gli ulteriori pezzi di questo puzzle. Si tratta di trend a lungo termine, di natura secolare e destinati a dominare la politica mondiale per decenni. E’ probabile che nei prossimi anni vedremo le due maggiori economie mettere in atto misure antagoniste l’una contro l’altra: tariffe, divieti all’esportazione, misure fiscali, restrizioni agli investimenti, azioni regolamentari, antitrust e giudiziarie. Qualcuno sostiene che le due economie andranno, o dovranno andare, verso un decoupling che metta fine all’attuale interdipendenza. Altri propendono invece per mantenere l’attuale ingaggio, riequilibrando però alcune delle regole in questa competizione cooperativa tra superpotenze. Il vertice di Osaka ci darà qualche indicazione anche in questo senso”.

Fabrizio Pagani, Capo globale strategie di Muzinich & Co

 

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