Candriam. Azionario, consolidamento o correzione più marcata?

MERCATI FINANZIARISono serviti meno di 240 caratteri una domenica pomeriggio di inizio maggio per riaccendere le ostilità commerciali tra le due maggiori economie mondiali. La buona notizia è che le Banche centrali, guidate dalla PBoC e dalla FED manterranno un atteggiamento accomodante, che mitigherà in parte le tensioni commerciali subite dai mercati. Questa primavera abbiamo già ridotto la nostra esposizione tattica all’azionario dal momento che i mercati si sono ampiamente ripresi dal crollo del quarto trimestre. Siamo pertanto posizionati per un consolidamento dei mercati azionari – resta ancora da vedere se l’andamento attuale si rivelerà un consolidamento o una correzione più marcata. Chiaramente, ci aspettiamo che la volatilità resti condizionata dai titoli di giornale fino al G20 di Osaka del 28-29 giugno, ma la svolta dell’attuale miniciclo economico e la politica di supporto sono due fattori potenti che spiegano la nostra view leggermente costruttiva nel più lungo periodo.

Dall’inizio dell’anno, le autorità cinesi hanno dato forte impulso alle politiche di stimolo fiscale, monetario e creditizio avviate nel 2018. L’economia cinese sembra aver toccato il fondo all’inizio del 2019 e qualsiasi nuova debolezza sarà probabilmente affrontata con ulteriori misure accomodanti. Come mostrano gli indicatori principali dell’OCSE, il ciclo attuale è guidato dalla Cina dopo la riduzione della leva finanziaria nel 2017, seguita dall’Eurozona. Per quest’ultima, i rischi di recessione sembrano dissolti dalla solidità della domanda interna, come testimoniano i dati del PIL del primo trimestre. Gli Stati Uniti, che tradizionalmente guidano il ciclo economico mondiale, hanno in qualche modo spinto il ciclo interno grazie allo stimolo fiscale entrato in vigore nel 2018. Non dovrebbe quindi sorprendere che il landing e la ripresa avverranno in una fase successiva.

Di conseguenza, le revisioni al ribasso delle prospettive di crescita per il 2019 dovrebbero cessare; ciò è anche supportato dagli ultimi dati relativi alla produzione e ai consumi del G20. Analogamente, le aspettative sugli EPS hanno continuato a scendere fino alla fine del primo trimestre della stagione degli utili. La stabilizzazione attuale sembra in qualche modo fragile ma le aspettative di crescita degli utili ora sembrano essere più ragionevoli rispetto all’inizio dell’anno, data la crescita attesa del PIL.Attualmente, i mercati azionari iniziano a prezzare i venti contrari causati dal conflitto commerciale. In realtà, le valutazioni a 12 mesi per i mercati non-USA sono ora appena al di sopra dei minimi registrati nel 2016. Nell’area dell’euro, i fattori ciclici hanno contribuito ad un nuovo calo dei PMI manifatturieri. I mercati emergenti non si sono ripresi dalla performance deludente dello scorso anno, né in termini assoluti né in termini relativi. Nell’ambito di un’allocazione complessiva leggermente costruttiva sull’azionario a medio termine, continuiamo a preferire queste due regioni nonostante i venti contrari legati al commercio.

Nadège Dufossé, CFA, Head of Asset Allocation di CANDRIAM

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