Draghi: ‘Bce ha tanti strumenti, li può regolare se serve’ Tassi fermi fino a fine 2019. Allarme Fmi su rischi finanza

Nella foto il Presidente della Bce, Mario Draghi

Nella foto il Presidente della Bce, Mario Draghi

‘La Bce rimane pronta a regolare tutti i suoi strumenti’ se fosse necessario per conseguire gli obiettivi d’inflazione: ‘abbiamo un sacco di strumenti per reagire’. Lo ha detto il presidente della Bce, Mario Draghi secondo cui ‘l’economia dell’Eurozona vede una crescita più lenta che si sta estendendo nell’anno corrente’. La Bce conferma che i tassi di interesse rimarranno fermi fino alla fine del 2019. Il tasso principale resta fermo allo 0%, quello sui prestiti marginali allo 0,25% e quello sui depositi a -0,40%. Fmi: elevati rischi per la stabilità finanziaria nel medio termine, l’Italia riaccende i timori per il legame debito-banche nella Ue. Rischi recessione Eurozona restano bassi - “I rischi di una recessione rimangono bassi”. Lo ha detto il presidente della Bce, Mario Draghi, spiegando che oggi il consiglio dell’istituto centrale ha avuto una riunione “sulla posizione da tenere di fronte a future azioni” se fossero necessarie, in cui ha valutato “l’indebolimento della crescita che si trascina nel resto dell’anno” e “ribadito la prontezza ad agire se lo richiedesse la situazione contingente”.

“Le difficoltà di bilancio dell’Italia hanno riacceso i timori sul legame fra il debito sovrano e il settore finanziario nell’area euro”. Anche se i ratio di capitale delle banche sono più alti e misure sono state prese per ridurre gli non performing loan dopo la crisi di Eurolandia del 2011, “c’è ancora il rischio di un riaccendersi del legame fra debito sovrano e settore finanziario” nell’area euro. Lo afferma il Fmi nel Global Financial Stability Report.
Il portafoglio di bond governativi del sistema bancario “è relativamente ampio rispetto agli asset in alcuni paesi, in particolare Belgio, Italia, Portogallo e Spagna”, afferma il Fmi che, citando i dati dell’Eba, osserva come i titoli di stato con rating più bassi nelle banche italiane e portoghesi sono aumentati dopo i downgrade dei rating sovrani. “La crescente esposizione ai bond governativi, e i downgrade dei rating sovrani, hanno reso le banche in alcuni paesi più vulnerabili agli shock del debito sovrano”

 

 

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