Natixis IM. Capital market pulse. Articolo di Esty Dwek

mercati-finanziari-reviewI timori per una recessione globale sono diminuiti a seguito dei dibattiti tra USA e Cina sul commercio e ad una Fed più moderata, pertanto restiamo dell’opinione che i fondamentali siano positivi. Certo, la crescita ha raggiunto il suo picco e stiamo ora assistendo ad un rallentamento rispetto al 2018, ma non pensiamo di essere prossimi ad una recessione. La crescita cinese sta decelerando, ma ci aspettiamo che i politici gestiranno il rallentamento con stimoli mirati. I dati americani si stanno stabilizzando, con la ripresa dell’ISM dello scorso mese ed il mercato del lavoro ancora saldo. Sembra che il Presidente Trump sia riluttante a firmare un accordo che non includa un finanziamento completo per la costruzione del muro, ma eviterà un secondo parziale shutdown. Con queste questioni che sembrano essere state risolte, i mercati sposteranno probabilmente la loro attenzione sulle discussioni sul tetto del debito, in quanto un downgrade del rating rimane una possibilità ed è improbabile che i mercati rimangano indifferenti.

La politica europea continua a finire sui titoli dei giornali, per via del movimento dei Gilet Gialli in Francia e del forte rallentamento della crescita in Italia, che sta offrendo uno stimolo agli obiettivi di budget del 2019. Inoltre, la saga Brexit prosegue, dato che entrambe le parti rischiano di non rispettare la scadenza. Al momento, l’economia britannica è in modalità “wait and see”, e di conseguenza la crescita ne risente.

La pausa della Fed è stata confermata e i mercati non si attendono alcun rialzo da parte della Fed per l’intero anno, ma non pensiamo questa pausa sarà così lunga, a meno che i dati non deludano significativamente nei prossimi mesi. Crediamo che se la crescita dovesse stabilizzarsi e le tensioni commerciali attenuarsi, la Fed potrebbe muoversi verso un rialzo. Per il momento, con l’inflazione al 2,1%, non vi sono molti incentivi per un restringimento della politica monetaria. Dall’altra parte dell’oceano, con un rallentamento della crescita europea e nessuna pressione inflazionistica, ci aspettiamo che la Bce rimanga ferma per tutto il 2019. Pensiamo che i dati si stabilizzeranno a livelli più bassi per tutto l’anno, ma potremmo ancora vedere alcune misure di prestito da parte della banca centrale per supportare il settore bancario nel corso dei prossimi mesi.

Continuano ad arrivare notizie da USA e Cina sulla strada per un accordo commerciale. Entrambe le parti hanno fatto progressi e il Presidente Trump ha detto di essere disposto a prorogare la scadenza del 1° marzo, ma non lo sapremo probabilmente fino all’ultimo minuto. Inoltre, le tensioni commerciali tra USA ed Europa potrebbero essere nuovamente innescate dalle tariffe automobilistiche sull’Europa, che peserebbero sulla crescita tedesca e sugli asset europei.

Market out look. Il rally che abbiamo visto sui mercati all’inizio dell’anno sta proseguendo, supportato da banche centrali più accomodanti e dalla speranza di un accordo commerciale e di una risoluzione sulla Brexit positivi, ma i timori per la crescita non sono svaniti e il sentiment rimane fragile. Le prospettive di crescita degli utili sono diminuite significativamente, in particolare negli Stati Uniti, ma questo è già presente nei mercati e riteniamo che si manterranno ad una singola cifra media. Quindi, se da un lato prevediamo una maggiore volatilità, non riteniamo ancora sia tempo di eliminare il rischio dai portafogli in quanto pensiamo che gli asset più rischiosi manterranno buone performance nel corso dei prossimi mesi, anche se non allo stesso passo di gennaio.

Continuiamo a credere che i mercati azionari americani sovraperformeranno nel medio termine, dato che i mercati europei rimangono impantanati in un muro di preoccupazioni politiche (Brexit, Italia, Francia) e un rallentamento della crescita (Germania, Francia, Italia). Tuttavia, il calo degli asset europei è più limitato e stiamo assistendo ad un rimbalzo dei mercati nonostante le notizie deludenti, un segnale di incoraggiamento sul fatto che i mercati europei possono fare bene nel breve termine.

I rendimenti del Treasury americano si sono stabilizzati intorno al 2,7% per il decennale americano, trovando un equilibrio tra la ripresa della domanda per gli asset rischiosi e i timori per la crescita di medio termine che proseguono. Non ci aspettiamo un movimento verso l’alto, anche nel caso in cui le tensioni commerciali si dovessero attenuare, perché le attese per una pausa della Fed ed un rallentamento della crescita dovrebbe agire da tetto. Continuiamo a guardare alle strategie flessibili e absolute return, ma pensiamo anche che strategie più core, come ad esempio la protection, stiano diventando interessanti.

Gli spread del credito, dall’inizio dell’anno, hanno continuato a restringersi, recuperando in parte l’allargamento del 2018. Nei prossimi mesi, non ci aspettiamo eventi significativi nel credito in quanto i fondamentali rimarranno relativamente in salute, ma una certa cautela è giustificata dal fatto che rimangono ristretti in una prospettiva a lungo termine, ed una crescita più lenta potrebbe portare ad un allargamento.

Guardando oltre nel 2019, è improbabile che la complessità dello scenario di investimento in cui stiamo navigando si attenui, il che implica che strategie di rendimento assoluto, più flessibili ed in grado di diversificare i portafogli, rappresentino una valida integrazione. Ci aspettiamo che gli asset rischiosi continueranno ad avere performance positive e manteniamo la nostra esposizione. Potrebbe non essere tempo di aggiungere troppo rischio, ma non pensiamo che sia ancora il momento di eliminarlo completamente.

 

 

 

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