Janus Henderson Investors. Le scelte della Fed

La Federal Reserve

La Federal Reserve

Durante la crisi economica del 2008 sono state due le mosse più importanti promosse dalla FED: il taglio dei tassi di interesse e la decisione di iniettare liquidità sul mercato. Grazie al Quantitative Easing, la Banca centrale USA è stata in grado di supportare l’economia americana, aiutandola a riemergere dalla crisi; l’implementazione delle operazioni di stretta monetaria si rivelerà un esperimento politico più difficile da realizzare. Finora la Fed ha aumentato i tassi di 250 punti base, proseguendo parallelamente con il processo di normalizzazione del proprio bilancio. Abbiamo visto la Fed, in particolare il presidente Jerome Powell, tornare sui suoi passi dopo un periodo in cui aveva adottato “toni da falco”. Che si tratti di una comunicazione errata o meno, riteniamo che, prima che la Fed riprenda un approccio rialzista, saranno necessari dati significativamente positivi. L’economia non sta marciando a pieno ritmo, l’inflazione è inesistente, e rimane su livelli minimi poiché meno collegata al calo della disoccupazione negli Stati Uniti. Il rischio geopolitico è ai massimi storici, considerato che politicamente ci troviamo di fronte ad una nuova situazione di stallo a Washington. La stagnazione economica e il rischio geopolitico fanno persistere la presenza di nubi sulle prospettive di crescita. Cosa comporta tutto ciò? Crediamo che la Fed non opterà più per i rialzi – non solo per il 2019, ma per molto tempo.

É necessario precisare che l’ipotesi della mancanza di ulteriori aumenti dei tassi da parte della Fed non implica la convinzione di essere diretti verso un grave declino o recessione. Vediamo numerose opportunità sull’obbligazionario e riteniamo particolarmente interessanti quelle derivanti da titoli di alta qualità sui mercati australiano, asiatico e statunitense.

Nick Maroutsos, Fund Manager Janus Henderson

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