Davos: economia globale in transizione tra le sfide del clima e del calo demografico

Il presidente degli Stati Uniti, Donald Trump guarda la banda di Friburgo che sfila sul palco del World Economic Forum di Davos in Svizzera

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Davos, 25 gennaio – Cambiamento climatico, invecchiamento demografico, e disparità di reddito da un lato, istruzione, innovazione e più potere alle donne, dall’altro. Nel giorno finale dei lavori, il summit del World Economic Forum tira le somme sui rischi e le opportunità della ‘transizione economica’ con cui deve fare i conti il pianeta. In un panel presieduto dalla numero uno dell’Fmi, Christine Lagarde, il dibattito prende l’avvio da una minaccia nota a tutti: il cambiamento climatico. La temperatura della Terra è già aumentata di un grado rispetto alla fine del 19esimo secolo e la maggior parte dell’incremento è avvenuto negli ultimi 35 anni. ‘Il cambiamento climatico non sta solo accadendo, sta accadendo più velocemente di quanto pensassimo’, ha ammonito Kristalina Georgieva, numero uno della Banca Mondiale. L’impatto sull’economia mondiale è enorme: un aumento di 2,5 gradi centigradi ‘taglierebbe il Pil globale del 15%’, se si salisse fino a 3 gradi ‘perderemmo il 25% del Pil e i costi in termini di sofferenze sarebbero incommensurabili’. Una prima reazione dovrebbe essere quella di ‘eliminare i sussidi dannosi’ al clima. In secondo luogo dovrebbe essere riconosciuto che ‘lo spostamento verso una nuova economia del clima produce ottimi effetti per le stesse economie. Vediamo 26 miliardi di dollari creati nelle energie rinnovabili, nella nuova mobilità e negli edifici ecologici, con la creazione di 65 milioni di nuovi posti di lavoro’, ha aggiunto Georgieva, sottolineando l’importanza delle partnership tra pubblico e privato su questi fronti. Haruhiko Kuroda, governatore della Banca del Giappone, ha invece spiegato la reazione del suo Paese, uno dei più ‘vecchi’ del mondo, alle sfide demografiche. Per rispondere alle implicazioni economiche, fiscali e finanziarie di una popolazione in rapido invecchiamento, il Governo ha preso misure per incoraggiare una maggiore partecipazione delle donne al lavoro e ‘negli ultimi 5-6 anni il tasso di lavoro femminile è aumentato tantissimo’ nel Sol Levante. Tra le altre possibilità, anche gli investimenti in innovazione, in robot che vadano a sostituire la mano d’opera che manca in un Paese sempre più anziano. Ma questi sono problemi del Nord dell’emisfero. L’Africa, invece, ha un’enorme popolazione di giovani, che mancano però per la maggior parte delle necessarie competenze (problema che per altro tocca anche vari Paesi industrializzati). Per Lesetja Kganyago, governatore della South African Reserve Bank, ‘dobbiamo aumentare i nostri investimenti nelle capacità dei giovani. Dobbiamo ampliare la base delle loro competenze, dobbiamo pensare all’istruzione in un modo diverso’. Per Mariana Mazzuccato, economista e docente alla Ucl, ‘l’innovazione è un punto chiave’ della transizione economica. Georgieva ha poi acceso i riflettori sulle estrema disparita’ di reddito. ‘La cosa più vergognosa per la razza umana e per la civiltà è l’esistenza della fame e della povertà estrema’, ha detto. Anche se la porzione di persone in povertà estrema nei decenni è diminuita, ‘si tratta ancora di quasi 800 milioni di persone’ e in alcuni parti del globo in realtà sono aumentate, principalmente nell’Africa sub-sahariana, dove ora sono 415 milioni. I Paesi africani d’altro canto spesso devono fare fronte all’associazione di quattro problemi: le guerre, il cambiamento climatico, la crescita della popolazione e una cattiva governance’ . Per Kganyago si dovrebbe iniziare a risolvere i tanti mali del pianeta ristabilendo la fiducia nel multilateralismo. ‘Abbiamo un’economia globale, ma poi le decisioni vengono prese a livello locale’, ha notato il banchiere centrale. Per Georgieva una delle chiavi di volta è invece dare maggiore potere decisionale alle donne. ‘Pensate a come la transizione economica può essere un successo. Per avere quel successo dovremmo avere più donne come te, Christine, nei corridoi del potere’, ha detto all’indirizzo della numero uno dell’Fmi. ‘Mettete le decisioni nelle mani delle donne, delle mamme e delle nonne. Ne verranno fuori ottime cose’, è stata la conclusione.

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