Borsa. Nubi sulla crescita mondiale allarmano i mercati, a Milano crolla Mps (-10%)

La Borsa in Piazza degli Affari a Milano

La Borsa in Piazza degli Affari a Milano

Milano, 14 gennaio – Giornata di vendite sulle Borse europee, dove si sono di nuovo fatti sentire i timori per un rallentamento dell’economia globale. I listini del Vecchio Continente hanno tutti chiuso in calo. Del resto proprio oggi è stato annunciato che le immatricolazioni di auto in Cina l’anno scorso hanno registrato il primo segno meno dal lontano 1990, diminuendo del 2,8% rispetto al 2017. In più per il secondo anno consecutivo, il surplus commerciale della Cina si è contratto, scivolando del 16,2%. Come se non bastasse in Europa ha tirato il freno la produzione industriale, che lo scorso novembre è diminuita del 3,3% rispetto all’anno prima. Sullo sfondo, tra l’altro, rimane la paralisi del Governo federale americano, oltre che l’attesa per il voto del Parlamento inglese sull’accordo raggiunto dal Governo di Theresa May per la Brexit, in calendario domani. Il Ftse Mib ha registrato un ribasso dello 0,61%, mentre lo spread si è portato a 261,8 punti. A Piazza Affari hanno perso terreno le azioni delle banche, dopo la notizia a sorpresa sulle richieste della Bce a Banca Mps. L’istituto senese dovrà portare avanti la copertura dei propri Npl da qui al 2026, non solamente sui crediti deteriorati che si formeranno, ma anche sugli stock esistenti al 2018. Mps ha accusato una delle performance peggiori del listino (-10%), ma ha trascinato giù anche le altre banche e in particolare Bper (-3,8%), Banco Bpm (-2,4%), Ubi (-2,3%) e Unicredit (-2%). Per contro Telecom Italia ha guadagnato lo 0,2%, nel giorno in cui il cda della compagnia ha deciso di anticipare l’assemblea dei soci al prossimo 29 marzo, venendo incontro alle richieste del socio Vivendi, che però ha già minacciato di convocare una nuova assemblea per la prossima estate. Sono andate male le azioni del lusso, sul timore di un rallentamento delle vendite verso la Cina. Moncler ha perso il 2,6%. Sul mercato valutario l’euro è risalito a 1,1473 dollari (1,1469 venerdì sera). La moneta unica vale inoltre 124,21 yen, mentre il dollaro-yen è pari a 108,27. E’ debole anche il petrolio: il wti, contratto con consegna a marzo, arretra dello 0,75% a 51,52 dollari al barile.

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