Kames Capital. Le contraddizioni della Federal Reserve. Articolo di Stephen Jones

La Federal Reserve

La Federal Reserve

Nell’ultimo meeting la Federal Reserve ha deciso di mantenere stabili i tassi di interesse. Si penserebbe che la volontà di mantenere lo status quo sia relativamente positiva per i mercati, ma stavolta non è così. Lungo tutto il 2018, la Fed è stata giudicata troppo falco, tanto che l’addolcimento della retorica usata durante l’incontro di dicembre aveva portato da sola a un’ondata di sollievo, nonostante la banca centrale americana avesse comunque operato il quarto rialzo dei tassi dell’anno. Il meeting di marzo è stato invece sorprendentemente colomba. Alcuni mesi fa i tassi di riferimento erano “ben lontani dal tasso neutrale”, secondo il presidente della Fed, Jerome Powell. Un rialzo dopo (dicembre 2018) e siamo “nella vasta gamma delle stime neutrali”.  Le ultime proiezioni della Banca centrale Usa mostrano la volontà di astenersi da ulteriori rialzi per tutto il 2019 per poi procedere con un solo rialzo andando verso il 2021. Per non essere da meno, i futures hanno reagito a quanto emerso dal meeting prevedendo addirittura un taglio dei tassi nel 2019. Powell ha ripetuto che non ci sono piani definiti e che ogni decisione sarà presa in base allo svolgersi degli eventi. Nessuna smentita diretta sulla possibilità di un taglio ai tassi di riferimento. L’ipotesi perciò è che se l’inasprimento si è fermato, la prossima mossa non potrà che essere nella direzione opposta. Le contraddizioni maggiori riguardano comunque la questione bilancio. Un’ulteriore sorpresa è stato l’annuncio di una dieta meno stretta a partire da maggio, ovvero di un rallentamento nella vendita degli US Treasury in pancia alla Fed, e di uno stop entro settembre. Powell ha sottolineato di non vedere la gestione patrimoniale come uno strumento di politica monetaria, ma i conti non tornano. Se il Quantitative easing è da considerarsi una decisione di politica monetaria, il suo inverso lo è altrettanto. Ora che il quantitative tightening va verso la fine, la trama suggerisce ancor di più come la Fed sia alla finestra.

Ci si aspetterebbe che questi aggiustamenti alla politica monetaria siano giustificati da un outlook economico infausto. Certo, Powell ha riconosciuto il rallentamento dell’economia europea e cinese, così come dati domestici più morbidi. E’ stato comunque spesso sottolineato che le prospettive rimangono positive e che i fondamentali continuano ad essere solidi. Questo mantenere un tono bilanciato probabilmente si rifà al tentativo di prevenire una reazione eccessiva dei mercati, in una direzione o nell’altra. Gli sforzi per tenere aperta ogni opzione hanno anche creato sostanziale incertezza su quale potrà essere la prossima mossa. In un modo o nell’altro, qualcuno avrà un brusco risveglio. Il futuro si mostra sempre meno chiaro giorno dopo giorno. L’unica certezza è l’incertezza. Proprio come la Fed, non ci resta che aspettare e vedere.

Stephen Jones, Chief Investment Officer di Kames Capital

 

 

 

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