Borsa. L’Europa rialza la testa nell’ultima seduta, Milano tra le migliori (+ 1,44% il Ftse Mib) ma in un anno ha perso il 16,1%

La Borsa in Piazza degli Affari a Milano

La Borsa in Piazza degli Affari a Milano

Milano, 28 dicembre – Chiusura in rialzo per le Borse europee nell’ultima seduta del 2018, anno che però, si è chiuso con un bilancio in rosso. Milano ha terminato le contrattazioni in progresso dell’1,44%, mentre lo spread, sceso durante la giornata sotto i 250 punti, ha chiuso in rialzo a 254 punti. Tuttavia il Ftse Mib in un anno ha perso il 16,1%. A Piazza Affari hanno recuperato terreno i titoli delle banche, dopo un anno tutto da dimenticare. In particolare si sono messe in evidenza le Banco Bpm, salite di oltre il 4%. Sono inoltre andate bene le azioni del comparto petrolifero, con Saipem che ha recuperato il 4,28%. Ha tentato un timido rimbalzo anche Telecom Italia (+0,27%), pur rimando al di sotto dei 50 centesimi per azione. Per contro sono andate male le Recordati (-2,3%), dopo la buona performance delle ultime sedute, innescata dalla conferma degli obiettivi sia per il 2018 sia per il 2019. Fuori dal paniere principale, Banca Carige è volata del 15,38%, dopo il tracollo della vigilia e sulla scommessa che alla fine verrà realizzato l’aumento di capitale da 400 milioni di euro, grazie alla moral suasion della Bce. Damiani (+5,6%) si è portata sopra il prezzo dell’opa a 0,855 euro che verrà lanciata da Leading Jewels per delistare la società.. Si sono infiammate le Restart (+52%) nel primo giorno di quotazione. La società nasce dalla scissione di Aedes. L’altra società nata dall’operazione, Aedes, ha tuttavia perso il 14,9%. Sul fronte dei cambi, la moneta unica si è rafforzata sul biglietto verde: vale 1,1445 dollari (1,14 dollari ieri in chiusura). La divisa è inoltre scambiata a 126,37 yen (126,48 ieri sera), mentre il biglietto verde vale 110,36 yen (110,8). Volatile il valore del greggio: il wti, contratto con consegna a febbraio, sale dello 0,6% a 44,9 dollari al barile, dopo avere tuttavia registrato una brusca frenata dopo la pubblicazione delle scorte Usa, diminuite ma meno di quanto avessero messo in conto gli esperti: hanno registrato il quarto calo consecutivo, scendendo di 46mila barili a 441,411 milioni di unità.

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