Il rapporto Abi: a novembre nuova impennata dei tassi di interesse sui prestiti a famiglie ed imprese (1,91% il tasso medio)

Il Presidente dell'Abi, Antonio Patuelli

Il Presidente dell’Abi, Antonio Patuelli

A novembre 2018 i prestiti a famiglie e imprese sono cresciuti su base annua dell’1,5%. In particolare i mutui in essere delle famiglie sono aumentati del 2,3% sempre su base annua. A novembre, però, si registra, per il secondo mese consecutivo, un incremento dei tassi di interesse sulle nuove operazioni di finanziamento, risentendo dell’aumento dello spread nei rendimenti dei titoli sovrani: il tasso medio sulle nuove operazioni per l’acquisto di abitazioni è stato l’1,91% (1,88% ad ottobre 2018, 5,72% a fine 2007). Il tasso medio sulle nuove operazioni di finanziamento alle imprese è stato l’1,54% (1,52% il mese precedente; 5,48% a fine 2007). Il tasso medio sul totale dei prestiti è pari al 2,57% (2,58% il mese precedente e 6,18% prima della crisi, a fine 2007). Sono queste alcune delle principali evidenze del rapporto mensile sul credito comunicato dall’Associazione bancaria italiana (Abi).

Le sofferenze nette (cioè al netto delle svalutazioni e accantonamenti già effettuati dalle banche con proprie risorse) ad ottobre 2018 si sono attestate a 38,3 miliardi di euro; un valore inferiore rispetto ai 40,2 miliardi del mese precedente e in forte calo (-48,6 miliardi) rispetto al dato di dicembre 2016 (86,8 miliardi). In 22 mesi si sono quindi ridotte di quasi il 56%. Rispetto al livello massimo delle sofferenze nette, raggiunto a novembre 2015 (88,8 miliardi), la riduzione è di oltre 50 miliardi, pari a circa il 57%.

Il rapporto sofferenze nette su impieghi totali si è attestato al 2,26% ad ottobre 2018 (era 4,89% a fine 2016). In Italia i depositi (in conto corrente, certificati di deposito, pronti contro termine) sono aumentati, a novembre 2018, di circa 46,6 miliardi di euro rispetto a un anno prima (variazione pari a +3,3% su base annuale), mentre si conferma la diminuzione della raccolta a medio e lungo termine, cioè tramite obbligazioni, per oltre 46 miliardi di euro in valore assoluto negli ultimi 12 mesi (pari a -16,4%). La dinamica della raccolta complessiva (depositi da clientela residente e obbligazioni) risulta invariata a novembre 2018.

 

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