Pramerica SGR. I bilanci più solidi e il minor indebitamento delle famiglie USA rappresentano una fonte di stabilità per l’economia a livello globale

La Federal Reserve, la Banca centrali degli Stati Uniti d'America

La Federal Reserve, la Banca centrali degli Stati Uniti d’America

Giunti all’anniversario dei dieci anni dal crollo di Lehman Brothers, è interessante valutare come l’economia globale e l’universo della finanza siano cambiati dal 2008 a oggi. In particolare, tra gli indicatori economici, è importante analizzare il livello di spesa dei consumatori USA e la sua sostenuta riduzione nel tempo. Negli ultimi anni il tasso di risparmio statunitense è stato superiore rispetto ai dati storici e l’indebitamento delle famiglie significativamente più basso. Negli anni immediatamente successivi alla crisi finanziaria, le famiglie hanno ridotto il proprio indebitamento e  “risanato” i propri bilanci, facendo emergere un nuovo paradigma, caratterizzato appunto da livelli d’indebitamento più bassi e da un aumento del risparmio. Il risultato è stato sì una crescita solida dei consumi statunitensi ma – a differenza di molti cicli precedenti – non si è assistito a un’impennata. Questa “disciplina” delle famiglie ha contribuito al mantenimento di una crescita moderata del PIL nella fase espansiva e al perdurare della durata dell’attuale ciclo economico.

Alla luce di tutto ciò, bisogna tenere in considerazione la possibilità che i consumatori, presto o tardi, tornino ai livelli di spesa precedenti questa fase. É quindi importante interrogarsi sui motivi alla base di questa maggiore attenzione alle scelte finanziarie delle famiglie. Sono coinvolte forze molto ampie: in primis, i consumatori sembrano aver imparato una lezione dalla crisi finanziaria e tendono a gestire con più attenzione i propri bilanci. Inoltre, a seguito di un intensificarsi dei controlli da parte del regolatore, le istituzioni finanziarie hanno ridotto la disponibilità di credito. Uno dei rischi principali è che gli stakeholder principali – le famiglie, le istituzioni finanziarie ed i regolatori appunto – a un certo punto si dimentichino la lezione della crisi. In ogni caso, è incoraggiante che, a oggi, questo cambiamento nel comportamento dei consumatori persista.

Un altro aspetto importante è rappresentato dal fatto che i dati aggregati nascondano delle profonde diseguaglianze – e quindi dei potenziali punti deboli – all’interno del contesto delle famiglie. Mediamente i consumatori sembrano avere una situazione finanziaria “più sana”, tuttavia una gran parte sta affrontando delle difficoltà. Ad esempio, il 40% delle famiglie (la fascia meno abbiente) detiene solo il 10-11% della ricchezza nel suo complesso.  Il miglioramento del bilancio familiare che si è osservato nell’ultimo decennio si è concentrato soprattutto nel 10-20% della popolazione (la fascia più facoltosa). Questa disuguaglianza nella ridistribuzione del reddito potrebbe rappresentare un rischio per la crescita e per la stabilità nel medio termine.

Tuttavia, attualmente, in assenza di questo tipo di problematiche, crediamo che la maggiore attenzione dei consumatori USA possa essere una fonte di stabilità e di resilienza per l’economia globale. Considerato, infatti, che il totale dei risparmi delle famiglie statunitensi è superiore a 15mila miliardi di dollari, pari a circa il 75% del Pil statunitense e al 20% del Pil globale, queste osservazioni risultano essere di grande importanza anche per il resto del mondo.

Nathan Sheets, chief economist di PGIM Fixed Income, gestore delegato di Pramerica SGR

 

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