Banca d’Italia. I maggiori rischi per la stabilità finanziaria dell’Italia derivano dalla bassa crescita e dell’alto debito pubblico: l’aumento dei premi per il rischio danneggia famiglie, imprese e banche

1426804925330.jpg--chiude_la_filiale_della_banca_d_italia__ecco_i_servizi_che_restanoIn Italia i maggiori rischi per la stabilità finanziaria derivano dalla bassa crescita e dall’alto debito pubblico. L’incertezza sull’orientamento delle politiche economiche e di bilancio ha determinato forti rialzi dei rendimenti dei titoli pubblici. Le condizioni di liquidità del mercato secondario dei titoli di Stato sono più tese rispetto ai primi mesi dell’anno. La situazione finanziaria delle famiglie rimane solida, benché il calo delle quotazioni dei titoli abbia già determinato una contrazione del valore della loro ricchezza. Le condizioni patrimoniali delle imprese sono migliorate negli ultimi anni, anche se il rallentamento ciclico frena la crescita degli utili. E’ quanto emerge dal Rapporto sulla stabilità finanziaria del 2018 nell’eurosistema diffuso oggi dalla Banca d’Italia  L’indebitamento del settore privato è basso, l’avanzo commerciale è ampio e la posizione debitoria netta verso l’estero si è pressoché azzerata, si legge tra l’altro nel Rapporto. L’elevata vita media residua del debito pubblico rallenta la trasmissione dell’aumento dei rendimenti dei titoli di Stato al costo medio del debito. Incrementi elevati e persistenti dei premi per il rischio sui titoli di Stato hanno una serie di conseguenze negative: ostacolano il calo del rapporto debito/PIL, riducono il valore della ricchezza delle famiglie, frenano e rendono più oneroso il credito al settore privato, peggiorano le condizioni di liquidità e la patrimonializzazione di banche e assicurazioni.

Nel settore bancario prosegue il miglioramento della qualità del credito e il recupero della redditività, ma anche il processo di rafforzamento dei bilanci delle banche risente negativamente delle tensioni sul mercato del debito sovrano, che hanno determinato un peggioramento degli indicatori di liquidità e di patrimonializzazione.

Il settore assicurativo è particolarmente esposto al rischio sovrano, in ragione degli investimenti necessari a coprire gli impegni presi con la clientela e dell’elevata quota di titoli di Stato in portafoglio. Gli indici di solvibilità delle compagnie sono in media ampiamente al di sopra dei minimi regolamentari, ma hanno registrato una consistente riduzione.

 

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