Borsa. Wall Street trascina giù l’Europa. Milano in calo (-1,05%) con il tonfo di ST

La Borsa in Piazza degli Affari a Milano

La Borsa in Piazza degli Affari a Milano

Milano, 12 novembre – I timori su un rallentamento della domanda mondiale e la brusca frenata di Wall Street hanno trascinato al ribasso tutte le principali piazze finanziarie europee. Al centro delle vendite, stavolta, sono finiti i titoli tecnologici, con l’indice Euro Stoxx che cede il 3,48% e pesanti rossi da Infineon a Francoforte fino a Stmicroelectronics a Milano. Questo mentre rimasti sotto i riflettori per tutta la seduta i rialzi delle quotazioni del petrolio, dopo che l’Arabia Saudita ha annunciato una riduzione della produzione a di 500mila barili al giorno a partire da dicembre per arginare i recenti cali, con l’euro che è scivolato sotto quota 1,13 dollari. Il Ftse Mib, in sofferenza per tutta la giornata, ha chiuso la seduta con una perdita dello 1,05%, complice anche lo spread a quota 307 punti in vista delle versione finale della Legge di bilancio che il governo dovrà spedire a Bruxelles nelle prossime ore. La performance peggiore è di Stmicroelectronics, che ha terminato la seduta a -6,4%. Sul gruppo italo-francese hanno pesato gli scivoloni dei concorrenti dopo le deludenti previsioni sulle vendite dei giganti americani Qualcomm e Apple. In forte flessione anche Pirelli (-4,8%) e Mediaset (-3%). Col fiato corto anche i big del credito italiani. Sul settore hanno pesato le incertezze legate al piano di rilancio di Carige che oggi ha chiesto a Consob la sospensione del titolo dalle negoziazioni. In controtendenza Unipol (+3,2%), e, soprattutto, Telecom (+2,8%), per lunghi tratti la migliore, che ha beneficiato sia di possibili collaborazioni con Open Fiber, sia delle voci su un’alleanza nel 5G con Vodafone. Sul fronte valutario, l’euro è scivolato sotto quota 1,13 dollari e verso la fine delle contrattazioni valeva 1,125 dollari, ai minimi da giugno 2017. E’ continuata, infine, la corsa del greggio: i contratti a dicembre del Wti aumentano dell’1% a 60,78 dollari e quelli a gennaio del Brent salgono dello 0,9% a 70,8 dollari.

 

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