Capital Group. Midterm, è iniziata la campagna elettorale per il 2020. Articolo di Matt Miller

Nella foto il Congresso degli Stati Uniti

Nella foto il Congresso degli Stati Uniti

Il voto di martedì offre diversi spunti di analisi per le elezioni di medio termine. I Democratici hanno raggiunto la maggioranza alla Camera dei Rappresentati per la prima volta dal 2011, mentre i Repubblicani hanno aumentato il proprio peso al Senato. Entrambi i partiti possono quindi descrivere queste elezioni di mid term come una vittoria, ed è esattamente il messaggio che è stato veicolato nelle conferenze stampa di mercoledì. Una volta concluse le celebrazioni, tuttavia, inizierà il difficile compito di governare una nazione dal Congresso diviso. Come si caratterizzerà il contesto politico? Sarà possibile un qualche passo avanti sul fronte legislativo? Quali saranno le implicazioni per i mercati finanziari? Sono tre gli sviluppi chiave che caratterizzeranno la scena politica statunitense per i prossimi due anni:

1. Stallo di governo

In breve, non ci aspettiamo cambiamenti sostanziali da qui alle elezioni presidenziali del 2020. Le più importante iniziative repubblicane – come un ulteriore taglio alle tasse o una riforma dell’immigrazione – verranno molto probabilmente bloccate, vista la necessità dell’approvazione da parte della Camera. Lo stesso vale per i principali punti del programma democratico – la cancellazione dei tagli dello scorso anno, un annullamento della deregolamentazione e il Medicare-for-all – che non avranno l’appoggio del Senato.

I primi segnali suggeriscono una visione favorevole di questo stallo da parte dei mercati azionari, come evidenziato dai rally nel giorno successivo al voto che hanno interessato diversi mercati. Per le società questo risultato significa un mantenimento dello status quo per i prossimi due anni, che permette al management di sviluppare i propri business plan di conseguenza. Come successo in passato, i mercati non dovrebbero avere particolari problemi a gestire un contesto in cui la Camera passa da un partito all’altro.

2. Limitata collaborazione

Anche se a Washington il tema principale sarà lo stallo, non stupirebbe trovare alcune aree circoscritte in cui sia possibile collaborare per i prossimi due anni. Per Democratici e Repubblicani è assolutamente sensato cercare di mettere a segno qualche iniziativa, non solo per poter dichiarare di essersi aperti al dialogo con il partito opposto, ma anche per avere qualche successo da rivendicare nel corso delle prossime campagne elettorali.

Prevedere quali saranno queste aree risulta tuttavia difficile, considerato il clima politico ostile, ed è assolutamente possibile che non si arriverà ad alcun accordo. Alcuni ambiti che appaino promettenti sono la spesa per le infrastrutture, nuovi limiti ai prezzi dei medicinali, un aumento del salario minimo, il congedo parentale retribuito. Sono tutti campi in cui, almeno in una circostanza, Repubblicani e Democratici si sono trovati ad avere interessi condivisi.

Un rischio rispetto allo status quo fiscale risulta essere un potenziale accordo per quanto riguarda il tetto del debito federale, che dovrebbe essere affrontato nell’estate o nell’autunno del 2019. Nel corso della conferenza stampa tenutasi mercoledì, il presidente Trump ha indicato un’apertura a eventuali “aggiustamenti” nelle negoziazioni sulla politica fiscale con i Democratici. Non resta che aspettare per capire se verranno fatti progressi in questo ambito e di che tipo.

3. Focus sul 2020

Non serve specificare che la campagna per le presidenziali del 2020 è iniziata a mezzanotte di martedì. Tutto deve essere osservato tramite questa lente. Nei prossimi due anni ogni avvenimento, ogni mossa sarà calcolata e misurata sulla base dell’impatto che potrà avere sulla corsa alla Casa Bianca. Ci saranno probabilmente nuove investigazioni richieste dalla Camera democratica. Il presidente e il Senato repubblicano potrebbero rispondere con le proprie.

Sul fronte legislativo, la Camera proporrà numerose misure che non verranno mai approvate dal Senato. Potremmo vedere proposte di nuove tasse per i più ricchi, un passo indietro sui tagli fiscali per le società, forse addirittura un tentativo di aumentare il numero di seggi della Corte Suprema. Queste misure saranno probabilmente bocciate fin da subito, ma potrebbero rivelarsi spunti interessanti per la campagna del 2020.

Non si può prevedere come reagiranno i mercati in futuro. Il sell-off di ottobre ci ha ricordato che la volatilità può tornare a crescere in qualunque momento, nonostante la stabilità dell’economia statunitense. Vale tuttavia la pena guardare ai dati storici come fonte.

Dal 1950, l’azionario statunitense ha sempre registrato risultati positivi nell’anno successivo alle elezioni di midterm. Questo potrebbe verificarsi anche nel 2019 o meno, ma per gli investitori con un’ottica di lungo periodo è importante ricordare che i mercati tipicamente sono in grado di andare oltre il rumore di fondo della politica e di concentrarsi sui fondamentali delle società.

Matt Miller, Economista politico di Capital Group

 

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